Gli universi circolari di Elisa Cella si raccontano🎙️

Ce lo scordiamo spesso, ma che il cerchio governi l’universo è una realtà inscalfibile, e l’opera di Elisa Cella è lì a ricordarci dell’esistenza di questa legge biologica invisibile che galleggia nell’atmosfera. Attiva a Monza, di origine genovese, l’artista ci insegna che un’unità semplicissima, se ripetuta in lunghe sequenze può dar vita a lavori dal fascino impensabile. Ma perchè proprio il cerchio?

“Quello che noi vediamo con gli occhi, cioè delle strutture continue, anche se non ce ne rendiamo conto, è in fondo il risultato di tante piccole particelle aggregate, un macroinsieme di sottostrutture microscopiche – racconta l’artista, classe 1974 – Ma è anche la prima struttura che il bambino impara a conoscere quando viene al mondo, perchè quella che dà la forma al capezzolo materno. Il sole e la Terra, cioè ciò che ci permette di vivere, sono ugualmente riconducibili all’elemento circolare, ovviamente tutti con un inevitabile grado di approssimazione della figura. E il fatto di leggere il reale in questa modalità va interpretato come una mia curiosità congenita nell’indagare i misteri di ciò che ci circonda e della vita. La mia è un’arte che esplora neuroni, sinapsi, ma anche la coscienza. In altre parole, è un’arte filosofica. Il cerchio è perciò il punto fermo per me quasi spontaneo e mai rinnegato, da quando ho preso in mano i ferri del mestiere, senza la base di una formazione propriamente artistica”.

Eppure, dopo la maturità scientifica e gli studi universitari in Matematica, da oltre 20 anni la Cella declina con una padronanza disarmante il modulo tondeggiante in vari medium, sempre con una resa a mano libera, che da una certa prospettiva è in sincronia perfetta con il valore biologico delle opere stesse. Che scaturiscano dal disegno ad olio o acrilico sulla tela, attraverso il ferro tagliato al laser o lavorando il plexiglass, le sue creazioni sono per definizione invase da una reiterazione che, lungi dall’essere un “noioso monologo artistico”, dà vita ogni volta ad uno spettacolo diverso e sorprendente.

Legata professionalmente alla galleria Villa Contemporanea di Monica Villa a Monza, e alla E3 Arte Contemporanea di Brescia, oltre che alle associazioni Monza Arte Contemporanea di Maurizio Caldirola e allo Spazio Heart di Vimercate, l’artista sta già lavorando ai prossimi progetti espositivi che a breve la vedranno impegnata anche fuori regione e su cui il periodo d’incertezza sta gettando un pò di foschia. Tra questi, L’ora di Mosca, una costellazione di artisti che ad aprile unirà decine di nomi in mostre dislocate in location istituzionali del Nord e del Centro Italia. Date le incertezze del momento, è rinviata al momento la mostra collettiva al Castello Malatestiano di Longiano a cura di Vanni Cuoghi, per i 30 anni della Fondazione Tito Balestra Onlus, realtà culturale tenace, che ha sempre lottato perchè la sua città venisse dotata di un museo moderno ed efficiente, ottenendo alla fine il grande traguardo.

Slitta anche la mostra di gruppo per i 50 anni della Galleria UNIMEDIA di Caterina Gualco, realizzata con le donazioni degli artisti che negli anni hanno avuto il piacere di lavorare con lo spazio genovese, tra cui proprio la Cella. Il gruppo di nuove opere garantirà un’iniezione fresca a beneficio del Museo d’arte contemporanea di Villa Croce del polo museale di Genova. Infine non manca nel futuro prossimo per la Cella una vetrina stampata anche su carta, con Real Art, la serie di libri che da anni rappresentano pezzi unici realizzati per beneficenza, in cui ad ogni artista viene dedicato uno spazio ad hoc. Una promozione molto singolare per un’autrice fuori dagli schemi e dall’anima molecolare.

Elisa Cella, 19C23
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