Coniugare la bellezza dell’arte contemporanea con il pensiero culturale umanista è impresa oggettivamente non semplice. Specialmente di questi tempi in cui viviamo in balìa del “medioevo tecnologico”, e anche guardare un quadro ha assunto ormai il valore di un’operazione superficiale e sommaria, che sembrerebbe non meritare oltre una manciata di secondi del nostro tempo, sempre più sfuggevole. Ecco dove sta l’ingegno del fondatore del Metateismo, Davide Foschi. Un movimento che suona come imperativo alla riscossa e alla meditazione culturale, e che nasce fra gli altri intenti, per superare l’idea di un’arte fine a se stessa e celebrare una nuova unione fra i campi del sapere, proprio come l’età rinascimentale ci ha insegnato.
La sesta edizione del Festival del Nuovo Rinascimento, inaugurata venerdì 25 settembre alla stampa nella suggestiva location di Villa Tittoni a Desio con i principali protagonisti della crociata culturale foschiana (con Foschi presente anche l’event manager Rosella Maspero) e delle istituzioni cittadine, si è presentata con questi princìpi ben saldi, e con una mostra collettiva che attraverso 27 artisti di età molto differenziate – giovanissimi e storicizzati – rafforza tutta la bontà di questo processo di recupero di una tradizione umanistica forse troppo dimenticata negli ultimi decenni, anche in campo artistico. La mostra ideata nel segno, oltre che di Philippe Daverio, del genio di Raffaello, di cui ricorre un 500esimo anniversario della morte, si può dire non così fortunato come il 2019 che ha visto protagonista Leonardo, è contenuta nel programma di Ville Aperte 2020 di Desio (che a questa tornata porta nel palinsesto anche la novità di Villa Longoni), e introdotta al piano terra da un vero e proprio inno all’arte del Rinascimento: un gruppo di opere tratte dalla più celebre serie delle “icone dinamiche” di Foschi, le inconfondibili tele dallo sfondo d’oro e dai frequenti richiami ai soggetti dell’arte umanista, a dialogo con le sculture di Enzo Cosi.

Come illustrato dalla capo-curatrice artistica della kermesse, Alisia Viola, il percorso espositivo “dei 27” si snoda per cinque sale del primo piano nobile, partendo da un ambiente che tra sguardi chiaramente raffaeliani, porta subito l’attenzione a depositarsi sul genio urbinate che è naturale ispiratore di tutto l’itinerario, accanto a temi per forza portanti per una linea espositiva che si dichiari d’impronta neorinascimentale. Con la natura che apre un’altra parentesi tematica di stampo umanistico interessante, presentandoci tra le varie proposte, squarci naturalistici aperti sulle pareti come trattati, come quelli di Roberto Venturini, celebrato con un’intera sala. Così come non mancano echi astrattisti e surrealisti, ma con profonde rivisitazioni. E poi nomi ancora acerbi all’interno del panorama dell’arte contemporanea, come quello di Giorgia Coniglio, che nella spregiudicatezza adolescenziale dei suoi 16 anni, arriva ad inserire nella stessa scena un Raffaello e le cover dei cellulari, in un’ambientazione urbana dei nostri giorni, forse interpretando perfettamente lo spirito metateista che fonde universi temporalmente distanti mezzo millennio di storia.
E la presentazione del Festival 2020 non poteva non regalare l’emozione che sa infondere “l’opera del mistero”, La Pietà di Foschi, quando viene tolto il velo che cela tutta l’essenza di un oggetto tanto miracoloso quanto ormai rinomato, per tutta la simbologia e i significati che la sua superficie ha emanato in poco più di 10 anni di vita. Croci sepolcrali, paesaggi rinascimentali, il volto di Cristo, segni che riassumono tutta l’eccezionalità del movimento e della rivoluzione metateista.
Qui il programma completo della manifestazione del Festival Nuovo Rinascimento 2020.