Osnago, oasi florida per gli amanti della Street Art

Inserito in un angolo di pace del Parco regionale di Montevecchia, il pittoresco borgo di Osnago si distingue indiscutibilmente come una delle realtà più colorate della Brianza lecchese. Una peculiarità estetica frutto soprattutto di una squadra di artisti amanti del bello, nella forma visiva e performativa, che negli ultimi anni, attraverso l’offerta versatile di un festival biennale dall’eco regionale, La voce del corpo, ha saputo portare una ventata di entusiasmo culturale sorprendente per un territorio che pur contenuto, in pochi chilometri quadrati vanta ben quattro ville d’epoca di pregio invidiabile, tra Villa Arese Lucini, Villa Galimberti, Villa D’Agostino e Villa De Capitani. Un lustro che però non si limita al semplice richiamo del passato pur splendente.

 
Le premesse dell’esplosione cromatica pubblica

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La figura che più di tutti si è spesa per questo brillante riconoscimento è quella di Bruno Freddi (1937), che a Osnago, oltre a stabilire lo studio di artista, a fine anni “90, dando vita al gruppo OloArt, che studia e mette in atto sul palco interessanti interazioni fra teatro e arte visiva, ha posto le basi per la nascita del festival che oggi è un fiore all’occhiello di questo paesino di poche migliaia di anime. Del resto le sue stradine brulicano di tele a cielo aperto, che qui non ammantano solo i muri, ma persino le cabine dell’Enel, per via di un’intesa stretta tra il Comune e il fornitore, che ha tradotto in modo alternativo il concetto di energia, concedendo i suoi spazi per opere con licenza di rivitalizzare aree normalmente dal valore neutro. E se il festival è nato inizialmente soprattutto con l’idea di esaltare la componente della danza con performance di Butoh, tecnica espressiva giapponese incentrata sulla valorizzazione del corpo, che in questa pratica diventa quasi una scultura, negli anni si è aperto anche alle installazioni negli ambienti chiusi e all’aperto, e dal 2016, in occasione della quarta edizione, è arrivato a toccare la Street Art, con un risultato si può dire esplosivo. Decine di autori internazionali hanno risposto presente alla chiamata dell’organizzazione, dando via alla rivoluzione del colore che nelle successive edizioni ha trasformato la percezione del paese.

 
Il trionfo dell’arte di strada: “le testimonianze”

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Tra gli esiti più vistosi di questa deriva energica autorizzata, rientra sicuramente Nostalgia di Erik Burke, che giganteggia in via Pinamonte, praticamente a pochi metri dalla fiabesca casa di Alberto Casiraghy, storico editore di libretti dall’anima d’oro e con il callo delle tirature limitate. Bene, Burke, conosciuto con il nome di OverUnder, è uno street artist del Nevada che ha ritratto su una cabina Enel metà del suo bisnonno, Giuseppe Mozzetti, emigrato dalla Svizzera agli Stati Uniti nel 1890, che regge sulle spalle il figlio (il nonno di Erik). Per omaggiarlo Erik ne ha quindi riprodotto metà figura qui ad Osnago nel 2016, realizzando l’altra metà l’anno successivo a Vogarno, in Svizzera, sul muro di quella che un tempo era la casa del bisnonno.

Restando sul supporto insolito delle cabine Enel, che a Osnago sono praticamente tutte “invase” dalla creatività, Mauro Pallotta in arte Maupal – noto e apprezzato per i suoi ritratti di personaggi famosi caricaturati, tra cui un indimenticabile Superpope, alias Papa Francesco – nel 2018 in zona Fiera Osnago ha proposto su un’area ad angolo retto un profilo unico, positivo da un lato, negativo dall’altro, che ci ricorda che se anche la nostra opinione sulle cose cambia, come normale che sia, in fondo rimaniamo sempre noi stessi. I temi su cui s’innestano i lavori sono percui quanto mai attuali e svariano dalla sensibilizzazione al rispetto dell’ambiente, alla pace e alla libertà, fino all’integrazione. E qui casca “a pennello” l’iniziativa di Mor Faye “Murf”, che in via dei Morell, in un parcheggio che è diventato simbolo per eccellenza della Street Art cittadina, ha dipinto il suo mondo ideale, con colori che rimandano ad un’armonia e ad un’inclusione che dovrebbero essere a suo dire per l’uomo quasi istintive e naturali.

E in questo panorama di arte urbana così anticonvenzionale e poetico, fuori dai circuiti più centrali come Milano, non mancano creativi locali che hanno eletto Osnago la loro residenza o la sede dell’attività, e che non hanno rinunciato a mettere la loro firma su opere pubbliche. È il caso di Marta Sesana, molto riconoscibile dal tratto tridimensionale che caratterizza il suo lavoro, o di Laura Beatrice Gerlini, che artisticamente è pittrice, scultrice, grafica, illustratrice, e “all’occorrenza” anche street artist. Tutto il fermento artistico di questa realtà è confermato dal coinvolgimento delle scuole locali in esperienze di decorazione pubblica, che hanno lasciato segni del loro interesse per questo mondo, visibili ad esempio nelle ali della libertà comparse sulle mura di via Gorizia che la loro sfrenata fantasia consente, oltre che da collettivi quale il Gruppo Pittori, che in Piazza della Pace si è preso lo spazio di un’altra cabina Enel per rimarcare con decisione l’importanza del volo della fantasia nell’immaginario comune. E sempre di volo si parla, ma in questo caso con un’accezione drammatica, in riferimento all’opera che in Largo Galimberti campeggia sull’ennesima cabina Enel, tributo a Nicola Beretta, ragazzo osnaghese morto nel 2017 a soli 17 anni nel cremasco in un incidente aereo. In virtù di questi modelli Osnago è sempre più ritrovo apprezzato di profili di arte visuale nazionali e internazionali, da Soledad Agresti a Cristopher Wood, quelli già ospitati. E il materiale per un tour di Street Art all’aria aperta non manca: per chi ama il genere, l’atmosfera tranquilla e riservata che qui si respira è un tocco di gusto davvero sopraffino.

Il Volo, Largo Galimberti (omaggio a Nicola Beretta, Osnago – 2017)

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