Scavando nel tempo, alla ricerca delle origini del territorio comasco.
Radici antiche, che affondano nella preistoria. È con questo tipo di intento identitario per il suo territorio, che si è costituito nel 1897 il Museo Archeologico Paolo Giovio di Como. A due passi dal lungolario Trieste, accolto nel Palazzo Giovio, ex residenza dei Conti Giovio, il museo si compone di quattro sezioni che raccontano Como in quattro modalità diverse (preistoria e protostoria, Età romana, collezionismo, lapidario medioevale) e con dovizia di reperti.
Il nucleo di materiale più importante è senz’altro quello inerente la Preistoria e la Protostoria. Un archivio cronologicamente ordinato, che illustra il processo evolutivo che ha portato alla comparsa del genere umano, esponendo i materiali archeologici scoperti sul territorio comasco.
Dalle prime testimonianze di presenze umane locali, risalenti al Paleolitico, e attestate, tra gli altri, a Bagaggera e nella grotta del Buco del Piombo, sopra Erba. Agli scavi sul Cornizzolo che dimostrano la frequentazione del luogo da parte dei primi cacciatori-raccoglitori nel Mesolitico.
Dalla stazione palafitticola di Lagozza di Besnate (VA) nel Neolitico, al deposito di armi di Ello-Oggiono, “ripostiglio” di grande interesse per lo studio della metallurgia preistorica, nell’età del Bronzo medio. Si arriva quindi ai corredi della necropoli scoperta negli anni “30 ad Appiano Gentile, “reduce” del Bronzo recente. L’area storica più interessante per numero di reperti è l’Età del Ferro.
Permettono di addentrarsi nella società di allora i corredi funerari, che consentono di studiare l’evoluzione della rinomata cultura di Golasecca, una civiltà che si insediò tra Piemonte e Lombardia, e in particolar modo lungo il corso del Ticino, lasciando alle sue spalle numerose tracce della sua esistenza protostorica, da corredi funerari a ceramiche.
Un lungo viaggio ben documentato da oggetti di vario tipo che impreziosiscono un patrimonio di Como e del comasco. Per la visita virtuale del museo, con focus sulle bacheche espositive, clicca qui.