In posizione privilegiata, esposta quasi al centro del Lago di Como, la Villa del Balbianello rappresenta una delle attrazioni più caratteristiche della sponda occidentale del Lario.
Il complesso architettonico si erge in tutta la sua altezza sull’estrema punta della penisola del Dosso di Lavedo in località Lenno, nel comune di Tremezzina, una delle perle dell’area del centro Lago comasco insieme a Varenna, Bellagio e Menaggio.
I motivi del fascino secolare del sito di Lenno sono da ricondurre all’intuizione del cardinal Durini, che alla fine del ‘700 ebbe la brillante idea di edificare in un’area rocciosa e angusta della penisola.
Un obiettivo ambizioso quanto complicato dalla conformazione rocciosa della penisola nel punto più esposto, quello di affiancare la più interna Villa del Balbiano, già di sua proprietà, che il cardinale riuscì tuttavia a realizzare, dando vita ad un complesso architettonico di forte impatto scenico e unico nel suo genere.
Ne nacque così un luogo ammantato da un’aura fiabesca, che oggi comprende, oltre alla monumentale villa, la panoramica loggia – da cui è possibile ammirare l’Isola Comacina e la penisola Tremezzina-, la casa del custode, la ghiacciaia, la casa bosco e la serra. Sviluppata su sei piani, la villa conserva la facciata con i due campanili dell’antica chiesa appartenente ad un preesistente monastero francescano, restaurati il secolo scorso.
Il complesso è ornato da un parco-giardino – a cui si accede da una scaletta che lo collega al sottostante porticciolo – dall’impostazione davvero unica, con grandi platani alternati a statue e glicini, e i viali snodati tra tappeti erbosi e siepi di bosso e lauro. Nel giardino trovano posto anche numerose altre essenze arboree, che conferiscono un aspetto distinto ed elegante all’insieme, ancora oggi mantenuto con cura.
All’interno l’edificio principale conserva arredi inglesi e francesi del ‘600 e del ‘700, arazzi fiamminghi, terrecotte cinesi, sculture africane e precolombiane, una vastissima collezione di dipinti su vetro e di vedute lariane. L’arredo del piano superiore risente vistosamente invece della passione smodata per le spedizioni alpinistiche e polari dell’ultimo proprietario della villa, l’alpinista ed esploratore Guido Monzino (1974-88), con cimeli che rievocano le sue memorabili imprese ascensionistiche, inclusa una delle 8 slitte utilizzate per la sua spedizione più impegnativa, il viaggio al Polo Nord del 1971.
Nella loggia spiccano due ambienti di grande interesse: la biblioteca, che contiene oltre 4mila volumi che formano una delle più complete raccolte dedicate all’ambito delle spedizioni; la sala della musica, ribattezzata del cartografo, che conserva una collezione di carte e mappe geografiche, alcune delle quali appartenute a Monzino. Oggi la meravigliosa eredità della conservazione della villa è in mano al FAI.
Una realtà così unica per concezione, con un simile scenario di contorno, non si è che potuta prestare perfettamente per le riprese di un colossal come Star Wars. Fu lo stesso regista George Lucas, incantato dalla scenografia limpida ed estraniata del contesto, a sceglierla come ambientazione per il secondo episodio del 2002 della saga, L’attacco dei cloni, ed è questo ulteriore motivo di attrattiva di pubblico, anche quello smanioso di vivere in prima persona i luoghi del capolavoro di fantasia.