Gemmato da uno dei più pregiati esempi di ninfeo in Italia, il parco di Villa Litta di Lainate è un elegante quadro verde che incornicia la cinquecentesca tenuta di delizia dell’alto milanese.
Intorno al 1585 l’idea della creazione dell’intero complesso a partire da una proprietà lainatese con cascinale, è del conte-mecenate Pirro I Visconti Borromeo, che pensa anche di dotare il nuovo edificio di un viale longitudinale da sud a nord, interrotto a metà dal monumentale ninfeo. A lavorare al cantiere sono i migliori artisti dell’area lombarda sotto le direttive dell’architetto Martino Bassi. E il ninfeo è sicuramente l’attrattiva maggiore, un insieme architettonico che ispira solennità, arricchito da suggestivi mosaici di ciottoli bianchi e neri e da spettacolari giochi d’acqua, che interrompe due geometriche aiuole all’italiana (inizialmente erano quattro).
Il versante nord è quindi concluso da un’esedra semicircolare, con una nicchia in travertino in cui alloggia la scultura in cotto del Ratto delle Sabine. Ai suoi lati si trovano ancora le serre per la coltivazione di limoni, attive già dai primi anni del Seicento. Attorno al 1722 risale il primo importante intervento di restyling del sito, che sotto Giulio Visconti Borromeo Arese vede l’integrazione di un nuovo nucleo costruttivo in mattoni a vista, il cosiddetto Quarto Nuovo, che si aggiunge al preesistente palazzo del ‘500.

Allo stesso proprietario si deve la grande trasformazione scenografica di un’area a sud, che porta a creare nuovi effetti prospettici, quinte e fondali. Una zona che per la particolare conformazione della vegetazione, formata da tassi tronchi, rappresenta ancora oggi un teatro naturale dotato di eccellente acustica, ideale ambientazione per spettacoli teatrali e concerti.
È l’inizio dell’Ottocento, invece, quando l’architetto Luigi Canonica risistema all’inglese il versante nord occidentale del parco, secondo un gusto romantico già utilizzato da Canonica per la Villa Reale di Monza e la Villa Melzi d’Eril a Bellagio. Ma il parco di Villa Litta è anche molto altro. Sul fronte sud, per esempio, si può ammirare e perdersi nel folto “tunnel dei carpini”, il carpineto più lungo d’Europa con i suoi 300 esemplari di carpino bianco. O apprezzare le forme settecentesche della Fontana del Nettuno del Giardino delle Esperidi, artificio di Donato Carabelli. Lo stesso creatore della Fontana di Galatea, l’imponente gruppo scultoreo che si staglia centralmente nel rettangolo verde a nord-ovest. O ancora, sentire il profumo delle orchidee e di altre specie vegetali dei climi caldi e temperati, coltivate nelle serre ottecentesche.
E tutt’attorno al rigoglioso complesso floreale scorre il canale Villoresi, realizzato a fine ‘800 a scopo irriguo. Un insieme che nella sua interezza suggerisce grande armonia tra le parti, pur con le tante integrazioni successive. A promuovere questo spettacolare e rigoglioso patrimonio dell’alto milanese, oggi contribuisce in gran misura, oltre al Comune, l’impegno dell’associazione Amici di Villa Litta di Lainate, punto di riferimento anche per le visite al comprensorio.