Nel piccolo paese di Robbiate, discreta realtà nella Brianza lecchese, ammantata da un’aura di epoca secentesca, si conserva ancora per buona parte intatta nel suo aspetto una dimora patrizia con elementi residui del Quattrocento. È Palazzo Bassi Brugnatelli.
La trasformazione sostanziale dell’immobile da casa nobile a residenza di campagna, che ancora oggi si può apprezzare, porta la firma dell’influente famiglia Corio, i quali costruiscono le loro fortune anche su legami di parentela stretti con i Visconti e gli Sforza. E la loro influenza cresce così velocemente da guadagnarsi in pochi anni dall’insediamento in quest’area, il titolo di feudatari di Robbiate, già nel 1647. È da questo momento che si avvia il rinnovamento della villa, che dal ‘600 ad oggi ha mantenuto praticamente inalterato tutto il piano nobile, una vera rarità.
Il piano terra presenta invece una miscela ben congegnata di stili moderni, che raccontano tra gli altri, l’arte classica, tendenze orientaleggianti, lasciando lo spettatore a bocca aperta. La volontà di conservare questo mix vincente di forme si è tramandata dai Corio ai successivi proprietari, dai Delfinoni ai Brugnatelli, agli attuali padroni di casa, i Bassi Brugnatelli, che tramite una onlus organizzano visite e concerti nella luminosa location. Il punto esclamativo sul sito è messo dal giardino all’inglese di inizio Ottocento, che infioretta la magione, primo stucchevole esempio in Italia di garden design.