Il Rinascimento bramantino che dialoga con l’arte concettuale, rappresenta un’esperienza per i sensi, che difficilmente capita di poter apprezzare in una cornice storica così splendente.
Nella Sala delle Capriate del Palazzo della Ragione di Bergamo, location estiva della GAMeC, la mostra appena inaugurata di Daniel Buren, a cura di Lorenzo Giusti, Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati, consente fino a novembre di vivere quest’incontro sublime, tra stili ed epoche distanti anche mezzo millennio. Un contesto suggestivo, in cui i tessuti luminosi di Buren (1938) ridefiniscono e mettono in luce, letteralmente, ambienti e atmosfere un tempo destinati all’amministrazione e all’esercizio della giustizia cittadina.
Alle pareti, nell’oscurità appena minacciata dalla luce emanata dagli imponenti 24 teli squadrati in sospensione, si stagliano gli affreschi staccati dalle case e dalle chiese dell’antico borgo urbano, e qui collocate negli anni “80 del Novecento, tra cui ex affreschi dell’Oratorio del Gesù, della Chiesa di Santa Maddalena e della Chiesa e Convento di San Francesco.
Le opere in visione sono disposte a coppie di dittici seguendo l’ordine alfabetico dei nomi dei 6 colori impiegati, nella loro traduzione italiana (Arancione-Azzurro, Giallo-Rosso, Verde-Viola), e sono l’ultimo esito della ricerca di Buren e del suo percorso creativo e celebrato, di installazioni tecnologiche, a cui ha iniziato a dedicarsi dagli anni “80, abbandonando la pittura. Esponente di spicco della Institutional Critique, la tendenza all’interrogazione delle istituzioni artistiche, l’autore francese ha utilizzato per la prima volta nel 1965 una tenda da sole per la sua pittura ridotta al grado 0, dispositivo che è divenuto da quel momento una costante dell’artista in tutti i suoi lavori.
In questa serie esposta, il tessuto in fibra ottica è applicato a un box metallico laccato bianco, con una serie di LED che emanano luce bianca e pura. Le sue creazioni sono pensate sia in situ, cioè immaginate appositamente per lo spazio della sala, e situate, cioè adattate al salone ma anche trasferibili in altri contesti.
Esse riflettono un’evoluzione tecnologica di concetti e principi consolidati, e portano dentro di sè un nuovo modo di esistere nello spazio e un’incredibile fonte di luce per gli ambienti in cui sono immerse. Uno spettacolo concettuale, assolutamente da non lasciarsi sfuggire.
Info
9 luglio – 1° novembre
martedì-venerdì, ore 16:00-20:00
sabato e domenica, ore 10:00-22:00
lunedì chiuso
Ingresso gratuito
Gli orari di apertura potrebbero subire variazioni.