Il MUSEC Museo delle Culture di Lugano offre una vetrina speciale alla pittura giapponese, nella sua nuova sede di Villa Malpensata.
L’occasione è una lente di ingrandimento su quello che è uno dei poli dello sviluppo e della ricerca del museo dal 2005. Nel progetto espositivo, curato da Matthi Forrer e aperto il 17 luglio (fino al 21 ottobre), spiccano cinque secoli di tradizione figurativa nipponica, racchiusi nei caratteristici kamemono, preziosi rotoli di carta o tessuto, dipinti o calligrafati, che vengono esposti nel contesto dell’Asia Orientale in occasioni particolari.
Avendo una struttura morbida, hanno anche una fruizione limitata, e costituiscono opere che ben rispecchiano la concezione estetica e filosofica tipicamente orientale. Cinque le sezioni allestite, con una selezione di 90 esemplari di kakemono da gustare, che entrano nei meandri dei soggetti più rappresentati dal XVI al XX secolo, dai fiori e uccelli alle figure antropomorfe e agli animali, passando per piante e fiori vari e i paesaggi.
La mostra si apre quindi con i dipinti di fiori e uccelli, i kacho-ga, che giocano su un’associazione allegorica tratta dalle poesie haiku, e prosegue con quelli che rappresentano figure antropomorfe, inizialmente limitate ad alcune divinità buddhiste, a seguaci o discepoli del Buddha, a ritratti di figure shintoiste, o ancora a personaggi ripresi dalla tradizione cinese.
Nel XVIII secolo iniziano a comparire anche le persone comuni. La mostra è completata da due armature originali di Samurai e da alcuni album di fotografie giapponesi di fine Ottocento, dalle copertine in lacca riccamente decorate, provenienti dalle collezioni del MUSEC. Ad accompagnare l’allestimento è un catalogo Skira disponibile sia in edizione italiana, sia in edizione inglese, curato da Matthi Forrer.