Alla GAMeC di Bergamo è nato ai primi di ottobre un modo nuovo di esplorare Zomia, cioè attraverso l’arte. Regione “anarchica” dell’Asia che ingloba tutte le terre sopra i 300 metri di quota che attraversano paesi asiatici e province cinesi dal Vietnam ad nord-est dell’India, sfugge ancora alle categorie di catalogazione amministrativa della contemporaneità.
A entrare nelle pieghe di queste culture c’è una mostra dedicata, aperta in simultanea al mega omaggio all’enorme rete solidale orobica ed extra dell’emergenza Ti Bergàmo, il 1° ottobre. S’intitola In the Forest, even the air breaths, e rientra nel Premio Bonaldi per l’arte avviato dalla galleria 16 anni fa e giunto ad una nuova tappa multiforme. Questa decima edizione è curata dall’indiano Abhijan Toto ed è dominata dallo sguardo dal basso, vicino alla quotidianità di queste genti, portato da sette artisti nello Spazio Zero del museo. La cultura è in qualche modo sempre al centro dell’indagine, a partire dai lavori di Nguyen Trinh Thi e Roberth Zhao Renhui, che riflettono proprio sull’intreccio indissolubile di natura e cultura, sul ruolo della memoria nella costruzione di storie e dello sguardo soggettivo nell’individuazione di nuove relazioni.
Le opere video registrano persone che compiono sempre il medesimo gesto all’orizzonte o la vita spontanea del bosco nel processo di rinaturalizzazione che ingloba tutta la precedente azione umana. Le opere di Sung Tieu, Karl Castro e Joydeb Roaja esaminano invece il nesso tra il complesso militare-industriale-forestale, i movimenti dei popoli e la resistenza: strategie di lotta segnate dall’esperienza delle guerre coloniali ma anche dalla resistenza armata contro i nuovi, invadenti poteri degli stati-regione.
Colpiscono, in questa sezione, la semplicità poetica di foglie essiccate segnate con tracce allusive alla guerriglia e al sacrificio in nome della libertà e alcuni disegni a china che parlano con grazia metamorfica del rapporto indissolubile tra il visibile e l’invisibile, tra il mito e la realtà. Infine i progetti di Khvay Samnang e Soe Yu Nwe si incentrano sugli archetipi di un mondo dove gli spiriti della natura convivono con il divenire biologico e psicologico dell’umano: un coreografo cambogiano viene ripreso mentre mette in scena con maschere tribali danze evocative di energie ancestrali, mentre alle pareti della stanza si snodano le spirali di un serpente in porcellana finemente forgiato a significare la trasformazione perenne che definisce gli spazi della foresta.
Il Premio Lorenzo Bonaldi per l’Arte – EnterPrize è il primo concorso internazionale dedicato a giovani curatori under 30, nato dalla volontà di ricordare la passione per l’arte e il collezionismo di Lorenzo Bonaldi. E’ stato realizzato dalla GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, e sostenuto dalla famiglia Bonaldi, per la prima volta nel 2003 ed ha assunto cadenza biennale dal 2005 alternando l’anno dell’assegnazione con quello della realizzazione del progetto vincitore. Si tratta di un riconoscimento unico nel suo genere, poiché premia la ricerca di un giovane curatore e il suo progetto di mostra.
Info
In the forest, even the air breaths, a cura di Abhijan Toto.
1° ottobre-14 febbraio 2021
Lunedì, mercoledì e giovedì, ore 16:00-19:00
Venerdì, sabato e domenica, ore 10:00-19:00,
Martedì chiuso.