Insinuata nelle pieghe di una famiglia “invisibile”, la fotografia di Alvise Crovato, come ci conferma la mostra in corso allo Spazio Aperto San Fedele di Milano, ha saputo addentrarsi con delicatezza e partecipazione nell’intimo di una comunità accogliente, che trae le radici nell’antichità e oggi ben integrata nella campagna meridionale milanese.
Il risultato è un reportage, a cura di Gigliola Foschi e inserito nel Milano Photofestival 2020, non limitato al mero resoconto spirituale della fede, intitolato Al cuore di una fede: il monastero egiziano copto ortodosso di Lacchiarella, che tramite il racconto visivo limpido e pacato di Crovato (1977), dei momenti salienti della vita nel monastero fondato dal vescovo metropolita Anba Kirollos, da osservatori estranei ci accompagna all’anima pura di questa dottrina, che è molto meno distante di quanto si pensi. Un’immersione sostenuta da una profusione di tonalità cromatiche distintive dei paramenti e degli ambienti del monastero, che ci conducono nell’essenza rituale di un movimento cristiano quasi sconosciuto in Lombardia, eppure seguito da oltre 10.000 membri in tutta la regione. I praticanti, in larga maggioranza egiziani, dagli anni “70 subiscono una serie di discriminazioni e attacchi frontali. Un’onda persecutoria che arriva fino ai giorni nostri con gli attentati dei Fratelli musulmani e dell’Isis.
Le messe seguite con intensità dai fedeli, i battesimi per immersione e unzione con l’olio battesimale, le cresime (che nella loro dottrina seguono il battesimo nell’ordine dei sacramenti), così come i momenti di vita quotidiana dei nove monaci copti residenti, ci restituiscono l’impressione di una comunità in armonia, un sentimento che si ritrova sui volti dei monaci. E nonostante l’isolamento del complesso religioso, ricavato dalla ristrutturazione di una vecchia cascina a spese della comunità copta, quello di Lacchiarella incarna un polo piuttosto attrattivo per la fede, meta di pellegrinaggi e che non ha mai rinunciato all’integrazione con il territorio in cui s’inserisce. I testi religiosi, scritti in copto, arabo e italiano, ne sono ulteriore prova.
Con questo fotoreportage Alvise Crovato, diplomato nel 2014 all’Istituto Italiano di Forografia, ribadisce quello che è il metodo narrativo tradizionale dei suoi scatti. La sua opera si delinea come una “ricerca ambientale”, in cui il soggetto ci appare quasi sempre come parte di un sistema vivente e mai isolato, a conferma del fondamentale valore ecologico di ognuno di noi.

Info
Al cuore di una fede: il monastero egiziano copto ortodosso di Lacchiarella
7 ottobre-14 novembre
Spazio Aperto San Fedele, Milano
Martedì-venerdì, ore 16-19; sabato, ore 14-18 (al mattino su appuntamento, chiuso i festivi)