È da leggere come un’apertura alla sperimentazione, la collaborazione che lo Spazio Heart di Vimercate ha avviato sabato 31 ottobre con la galleria Hangart Studio di Pavia. L’occasione per aprire il nuovo ciclo sinergico ha coinciso con il “battesimo” della mostra épater le bourgeois di Lorenzo Pacini (1970) nell’ambiente espositivo pavese. Ed è la stessa scelta del primo autore del progetto a riflettere in maniera inequivocabile il desiderio di entrambe le realtà galleristiche, di provare vie alternative – se vogliamo più ricercate – per tornare ad attrarre pubblico all’arte contemporanea, dopo il momento difficile che anche la cultura ha vissuto. L’intesa prevede l’organizzazione di mostre realizzate a quattro mani – o addirittura a sei, come in questo caso con l’esposizione curata da Simona Bartolena, Armando Fettolini di Heart, e di Silvia Manazza di Hangart – da mettere in piedi in uno dei due spazi.
“La collaborazione è nata dalla volontà di entrambi di valorizzare le rispettive realtà, cercando un approccio inedito nella modalità di proposta espositiva, in questo caso coinvolgendo una figura di ricerca dalla personalità decisamente autonoma – ci spiega Simona Bartolena – Ad Heart abbiamo avuto piacere di ospitare una personale di Lorenzo Pacini nel 2018, con un’idea di arte simbolica ripresa nei lavori in visione a Pavia. Lorenzo è un artista fiorentino che lavora in maniera trasversale su campi differenti, dalla pittura alla scultura passando per le installazioni, sempre portando un messaggio a metà strada tra la provocazione e l’ironia, cercando di disilludere le persone dai messaggi enfatizzati e dai dati strumentalizzati veicolati dai mezzi media. La sua è quindi un’opera incredibilmente ricca di contenuti e stimoli riflessivi sempre attuali, spesso sconfinante appunto nella “provocazione ironica”. Avendo poi un background da grafico pubblicitario non viene così difficile comprendere questa sua attenzione all’informazione mediatica condizionante. E questo suo voler aprire gli occhi della gente di fronte ad una comunicazione travolgente che sfrutta la miopia del popolo, artisticamente si traduce ad esempio in un ritratto di Hitler senza baffi, elemento talmente identitario che senza di questo, che abbiamo visto centinaia, se non migliaia di volte, lo statista sembra perdere una riconoscibilità che ci appariva inossidabile.
Mentre la reiterazione del messaggio è un altro elemento su cui gioca l’informazione bombardando gli utenti della società contemporanea, e che ritroviamo nell’atto ripetuto di un bimbo che prega, che poi non è che suo figlio. La sua genialità nel raccontare la mentalità delle persone raggiunge l’apoteosi nell’installazione in cui sul pavimento della galleria sono disseminate delle tracce di piedi che progressivamente prendono la forma di zampe di pecore, alludendo chiaramente alla diffusione degli atteggiamenti e azioni di massa. Altro esempio simbolico che colpisce le debolezze della società, un vaso di terriccio riportante una scritta che invita ad innaffiarlo per farvi spuntare delle monete d’oro, fa riflettere sul fatto che, dal suo punto di vista, in fondo alla gente si possa far credere proprio tutto ciò che si vuole. Basta soltanto dirglielo! E in tutto ciò, non c’è dubbio che il suo stile fortemente intriso di iperrealismo contribuisca ad acuire la forza persuasiva delle immagini”. La mostra focalizza temporalmente l’ultima parte della sua versatile produzione, da 6-7 anni a questa parte, con le ultime opere nate per l’occasione della kermesse di Pavia, sempre con più di un occhio di riguardo ai contenuti delle composizioni.
Info
épater le bourgeois – Lorenzo Pacini Hangart Studio e Heart – PULSAZIONI CULTURALI in collaborazione con Ponte43
a cura di Simona Bartolena e Armando Fettolini con Silvia Manazza
31 ottobre-22 novembre, lunedì-venerdì, ore 10–12, 15-18, sabato e domenica su appuntamento al 334 9625953 oppure 335 6718438
Hangart Studio, Via Bargiggia , 4 – Pavia