Dopo una breve apertura autunnale, si è riattivato martedì 1 dicembre – e fino al 12 dicembre – il circuito delle tre stanze immersive della mostra T R E – THREE ROOMS’ EXHIBITION alla Traffic Gallery di Bergamo. Tre artisti mai esposti prima nello spazio di via San Tomaso, per un trittico di ricerche che invitano ad una riflessione accurata sull’io e alla sua interazione con gli ambienti, in altrettanti modi diversi, svariando molto sul fronte dei medium coinvolti, che trovano l’apoteosi dell’impatto sensoriale nell’installazione luminescente e spettacolare di Vincenzo Marsiglia, almeno da provare in modalità notturna.
Nella Project Room intitolata Be Reflected, Vincenzo Marsiglia (1972) ci conduce nel suo mondo fatto di specchi, di filo di raso nelle tonalità dell’arancione, verde e fucsia, e illuminato da una quasi mistica luce di Wood che mette l’accento sulla stella a quattro punte creata dall’intersezioni del filo. Stella che è eletta ormai a indissociabile logo dell’artista. L’idea è quella di metterci di fronte alla novità non solo data da questo luogo inconsueto, ma anche dalla nostra percezione di noi stessi riflessi nello specchio e sotto l’influenza della particolarissima luce di Wood. In questo piccolo mondo le linee del filo incrociano per forza il cammino di chi s’imbatte nell’installazione site specific allestita, e viceversa. Una situazione che così come “apparecchiata” fa quindi affiorare in noi sentimenti, pensieri e desideri.
Dalla Project Room alla Sala Principale, ci trasferiamo nel microcosmo della giovane artista milanese Carolina Corno (1991), in una sorta di mini retrospettiva intitolata In the Name. Cuore dell’indagine sull’io da parte di Carolina, in questo caso è la trasposizione verbale del suo nome, che martella la mente con la ripetizione della parola sulla carta, sul rame, sul legno, sulla carta fotografica o a fuoco sulla pelle, facendo risuonare una voce che pare cantare gli stessi versi all’infinito per poi scomparire all’orizzonte. Ogni materiale ha un suo carattere peculiare che si lega idealmente, e che lega quindi di conseguenza anche il nome di Carolina, alla stregua di un mantra, con l’universo.
Con Skeleton di Diego Dutto (1975), dominata da un’opera a pavimento in qualche modo misteriosa perchè coperta, siamo proiettati in una dimensione di scoperta che sa quasi di invenzione. Una realtà in cui l’artista diventa archeologo, che soddisfatto ci mostra il suo straordinario ritrovamento di campo, insinuandoci il dubbio se si tratti di un entità irreale o estinta, e quindi se ci troviamo ad avere a che fare con il nuovo o con qualcosa che non c’è più.
Gli artisti invitati
Gli artisti chiamati ad esporre sono stati selezionati da Traffic Gallery durante la mostra dei finalisti di Arteam Cup 2019, inaugurata lo scorso Settembre nella splendida cornice di Villa Nobel a Sanremo: Vincenzo Marsiglia candidato nella sezione Performance, mentre Carolina Corno e Diego Dutto in quella Arte Ambientale, ospitata nei giardini della Villa.