L’unione di arte e fotografia può elevare il potere evocativo di un’immagine fino a livelli impensabili. Per dare poi vita ad atmosfere attraversate da ulteriore poesia e leggerezza, nulla vieta di ricorrere ad un’applicazione per dispositivi mobile. È questa la vera forza della “terza via” espressiva consigliata da Laura Beatrice Gerlini (artista e digital painting) e dalla sorella Linda (fotografa e web designer), che dona un tono d’altri tempi a situazioni che nel loro aspetto naturale si presentano “normali”, a volte anche anonime, ma che sotto rivelano capacità di rivoluzionarsi, variando e raffinando l’estetica di momenti apparentemente come tanti altri.
La loro realtà di Osnago, ElleVisualArt, che unisce servizi di arte (pittura, scultura), fotografia “su misura” (ritratti, eventi, Street Photography) e web design finalizzati al supporto del personal branding e dell’immagine aziendale, da qualche tempo si è aperta a questo nuovo indirizzo innovativo, che per realtà commerciali che operano in determinati settori può rivestire un biglietto da visita ideale da esporre nella propria pagina web, aumentando così l’appeal. L’idea è applicabile da chi ha un occhio di un certo tipo, sensibile all’arte, ed è più appropriata in certe condizioni d’immagine, come ci spiega Laura.

“La nostra intuizione è stata quella di far convergere le nostre rispettive abilità, Linda nella fotografia e io per l’arte in senso stretto, rinforzandole tramite una modalità digitale originale, un’applicazione per I Pad, che a differenza di tanti programmi che circolano in rete, non permette semplicemente di ritoccare le immagini, ma di sovrapporle e dipingerle in digitale. La modifica virtuale è piuttosto articolata perchè non si passa subito al programma per I Pad, ma prima è necessario salvare il file con un programma intermedio per mantenere elevata la qualità della foto che altrimenti andrebbe dispersa. Per spiegare il processo di produzione utilizzo il caso del dipinto di Fernande Barrey, una delle celebri modelle di Amedeo Modigliani, probabilmente (l’interessata non ha infatti mai confermato) ritratta in una foto in bianco e nero di Jean Agélou presente all’interno del libro La Parigi di Modigliani, che ho avuto la fortuna di leggere, in quanto ricco di scorci e ritratti di inizio secolo in bianco e nero. Linda ha fotografato l’immagine del libro, quindi io l’ho riprodotta inventando letteralmente colori e atmosfera. Devo dire che l’effetto da Belle Epoque ci ha subito impressionato. L’opera tra l’altro è stata selezionata per un’iniziativa prossima della Fondazione Amedeo Modigliani per il centenario della scomparsa. Il processo di fatto è replicabile poi ogni volta. Si può partire da una foto che facciamo direttamente noi, oppure da un’immagine che ci arriva in studio”.
“Linda ha fotografato l’immagine del libro, quindi io l’ho riprodotta inventando letteralmente colori e atmosfera. Devo dire che l’effetto da Belle Epoque ci ha subito impressionato“.
Ma come è utilizzabile questo strumento per la valorizzazione dell’immagine aziendale? “Ci sono settori chiaramente più indicati per sfruttare questo canale. Penso ad esempio all’alta ristorazione, che nell’immaginario virtuale vediamo ormai ovunque grazie al successo riscosso dal Food Photography. Per tenere quindi uno standard elevato, realtà di questo mercato potrebbero ricorrere a foto digitali per mantenere elevata l’idea di cura ai particolari e differenziarsi anche sotto questo profilo. A questo aggiungiamo il fatto poi che io e Linda abbiamo una gestione a tutto tondo dell’argomento, occupandoci anche della costruzione dei siti, il che permette di avere un polso di tutta la parte virtuale che è ormai un must per le aziende. Oppure alle cerimonie come i matrimoni, dove oggi le pose sono sicuramente molto meno “da cliché” rispetto ad un tempo, e ogni evento può essere personalizzato con foto anche creative, che con la soluzione della “visual art” possono prendere una forma decisamente inaspettata”.
Linda ha già un portfolio ricco di immagini da cui idealmente poter ricavare modelli per la “terza via” rivelatrice, tra food appunto, paesaggi e molto altro. E le Gerlini si sono già “allenate” per offrire un qualcosa che possa essere apprezzato per la professionalità: in occasione di un viaggio di Linda a Tokyo, per esempio, istantanee scattate a persone con i tratti del luogo, sono diventate la base per sviluppare immagini con uno stile completamente rivisitato e quasi da illustrazione, sempre con tutti i passaggi digitali del caso e il coordinamento tra le due sorelle. Laura dal canto suo ha già uno stile di pittura ben formato e instradato su una formula figurativa evocativa e poetica, che si sposa molto bene con la terza via, e che contempla spesso l’uso di olio, acrilico o acquarello, ma anche una tecnica mista. Paesaggi di mare, vedute sconfinate, ma chiaramente anche il ritratto, come le muse della mitologia greca a cui ha dedicato una serie classica, spesso dalle linee sfumate e poco nitide, risultano temi calzanti per sviluppare bene questo nuovo modello di valorizzazione dell’immagine con la tecnologia. Dal punto di vista del mercato come è stata accolta la terza via? “La nostra galleria di riferimento, PasspARTout Unconventional Gallery, all’interno dell’Unahotels Expo Fiera di Pero ha già mostrato di gradire l’idea, percui da circa un anno nel ventaglio delle soluzioni c’è la possibilità di trovare oltre alle foto di Linda e alle mie tele, anche articoli che seguono questa “terza linea”. E grazie alla nostra presenza su due piattaforme internazionali, una francese e l’altra statunitense, praticamente non ci poniamo più limiti geografici”. Una via digitale che collega idealmente tutto il mondo.

2 pensieri riguardo “Foto e pittura nella sintesi digitale ideale, da Osnago la ‘terza via’ del futuro”