Da uno schizzo astratto su carta ad una scultura monumentale e dinamica, il processo rischia di essere senz’altro lungo e tortuoso, ma se animato da una consapevolezza nell’abilità creativa personale, può portare a vette di lirismo impensabili. È quanto accaduto a Pieralberto Filippi, scultore di Usmate Velate, avvicinatosi al campo artistico all’inizio degli anni “90 da autodidatta. Non in tenerissima età, per sua ammissione, ma con l’energia e l’ispirazione giusta per dare vita a qualcosa di veramente particolare e raffinato nel panorama delle tre dimensioni, non solo brianzolo. Tutto comincia come detto con dei bozzetti di formato contenuto, tutti quadrati. Un rigore che eredita da un’altra sua vecchia passione, la fotografia, con cui ha sempre scattato in 6*6. In breve quei bozzetti che inizialmente sono composti solo a matita, prendono colore e si accendono di vita, trasformandosi in dipinti monocromatici dalle tonalità blu, con campiture illuminanti di bianco. Già qui s’intravede il tipo di linea sinuosa che verrà volumizzata nel passaggio alla materia, che crea delle composizioni in cui la figura femminile è come lasciata alla maggiore o minore capacità dell’occhio di chi guarda di saper immaginare il prolungamento di quelle linee nello spazio.
Nel frattempo Pieralberto si trasferisce da Monza ad Usmate Velate, dove entra in contatto con l’associazione culturale GA (Gruppo Artistico) 99. I simposi artistici organizzati dalla realtà velatese a cui prende parte, rappresentano un’occasione ideale per provare a sperimentare una forma espressiva nuova, che dia un risalto più nobile e marcato alle ricorrenti linee tondeggianti che continuano ad ispirarlo. Incoraggiato quindi a tentare di proporre il suo stile in una di queste occasioni, per la prima volta lavorando al bassorilievo, riesce a stupire e a stupirsi subito, con un’opera in pietra di Vicenza intitolata Bolero, che si conquista il diritto a rimanere nella piazza della Villa Scaccabarozzi Belgioioso di Velate. Comprende in quell’occasione quindi come la strada maestra da seguire sia proprio quella scultorea, se possibile sfruttando ancora più superficie.

Così, dopo pochi lavori a bassorilievo, capisce che le sue linee eleganti curve necessitano di più area per esprimersi in tutta la loro armonia e passa quindi al tutto tondo, cimentandosi tra gli altri, nel marmo, nella pietra, nel legno e nel bronzo, piuttosto che nella tecnica mista, soluzioni che alterna tra proposte monumentali da esterni a modelli più dimensionati per interni. Intanto nella “maniera” dell’artista dal 2006 comincia ad entrare anche la propensione per gli spigoli, che conferiscono uno slancio più deciso alle sue “figure astratte” e che si unisce alla passione sempre viva e mai rinnegata per la linea curva. Tutte le sue creazioni passano da bozzetti preliminari, nel frattempo i suoi soggetti da elementi singoli si sono trasformati in coppie, sempre in grande sintonia tra loro e nello spazio.
L’ultima frontiera dei medium scoperta dall’artista è la lamiera d’acciaio corten. Naturale o verniciato, oltre a rappresentare in modo esemplare quella leggerezza che ancora gli mancava, è adatto per rappresentare anche ipotetiche figure in elevazione, immortalate sulle punte. L’acciaio corten è un acciaio studiato apposta per resistere ai processi di corrosione e risulta ideale per opere da esterni. In parallelo continua a portare avanti la pratica pittorica, una sorta di esercizio manuale sempre utile, anche se lui stesso non nasconde una certa superiorità della scultura, specialmente per la difficoltà esecutiva che implica rispetto alle due dimensioni. È la conferma di un rapporto speciale, quasi naturalmente instaurato tra l’artista e le tre dimensioni, una forma estetica molto gradevole a vedersi che nella semplicità delle forme geometriche condensate, si addice a riempire di fascino e immaginazione non solo giardini, ma anche androni condominiali o terrazzi, trasformando luoghi apparentemente ordinari della quotidianità in spazi per la contemplazione.
Le opere di Pieralberto Filippi sono visibili presso la ARCgallery Spalto Piodo, 10 (Piazza Cambiaghi) Monza (MB)
cell. 335.6474162; www.arcgallery.it