Riflettere sugli atteggiamenti nocivi dell’uomo nei confronti dell’ambiente nelle aree più appropriate, anche perchè ad alta frequentazione. Si inserisce in questo tipo di ottica uno dei più originali progetti di arte pubblica, messo in pratica nel 2018 al Parco della Lambretta, l’ex Parco dell’Acqua del quartiere Rubattino all’estrema periferia orientale di Milano.
L’area fino al “93 era dominata per gran parte dal complesso industriale dove sorgevano le fabbriche di due dei protagonisti del “Made in Italy” del Novecento e del boom economico come Innocenti (da cui è nata la mitica Lambretta, simbolo di una generazione) e Maserati. Dopo qualche anno dalla cessazione di queste attività, il Comune di Milano indisse un bando per la riqualificazione di questa porzione, con l’idea di contemperare il recupero degli edifici esistenti dell’ex polo industriale, con le zone residenziali di via Caduti di Marcinelle e via Pitteri, ossia le più prossime agli stabilimenti. Sovrastata dal viadotto della Tangenziale Est, l’operazione di riportare un’immagine di naturalità in questo ex sito di produzione, simbolo del fare italiano, si è avvalsa del concorso del fiume Lambro che attraversa l’area con andamento nord-sud.
Così al corso d’acqua si è affiancato un sistema di specchi d’acqua artificiali da 9mila metri quadri, e un rinnovato parco di 56mila metri quadri, arricchito da percorsi pedonali e ciclabili, aree per lo sport libero, aree cani, e piantumazioni fra le altre di robinie, cipressi, aceri campestri e carpini. La nuova configurazione ha collegato così attraverso il boulevard verde del Viale dei Platani, lo spazio sotto e vicino al viadotto con la via Pitteri, mentre parte degli ex edifici industriali si è convertita ad uso universitario. Si può dire che già un bel cambiamento nella percezione del luogo rispetto agli anni “90 si veda ad occhio nudo.
Le Isole Metropolitane
Nel 2018 però è stato fatto un ulteriore passo verso una riconversione “positiva” del polo, chiamando in causa l’arte pubblica e la sua capacità di sensibilizzazione sulle tematiche universali. Così i due artisti di strada, Irwin – molto conosciuto specialmente nella limitrofa Segrate per diversi lavori a cielo aperto – e PAO, hanno dato forma al progetto Isole Metropolitane coordinato da Massimo Costantini e promosso dal Comune di Milano e dal Municipio 3, decorando 8 pilastri del viadotto che affondano nei laghetti sottostanti.
L’idea è stata quella di contrapporre, ad un’immagine che si focalizza sul danneggiamento e l’inquinamento del pianeta, un’immagine che celebra ambienti naturali incontaminati, (ad ogni pilastro “positivo”, il suo corrispettivo “negativo”). A progetto ultimato, l’impressione è che ancora una volta il colore a spray all’aperto abbia dato una mano importante ad accentuare una comunicazione fondamentale, per educare ad una cultura che sul lungo periodo può avere effetti percepibili sul nostro mondo.