Nel mondo di Gianblu, indomabile coltivatore di sogni d’arte

Ci sono abilità creative che nascono dentro di noi, ma per una serie di contingenze della vita si rivelano solo in età matura. In fondo, se come diceva Joseph Beuys, siamo tutti artisti, si tratta solo di saper innescare la scintilla giusta per far uscire quella selva di abilità mista alle emozioni che ciascuno porta nel proprio incoscio. E di trovare il momento giusto per farlo. Questo meccanismo si riflette candidamente nell’esperienza del casatese Gianluca Limonta, in arte Gianblu, da quando ha deciso di votarsi ancora più fermamente al sacro fuoco dell’arte, lasciandosi andare alle istintive e provocatorie (nel senso più “buono” del termine) “licenze d’artista”. Compresa l’estrosa trovata di dipingersi la barba di blu, perché essere artisti è una questione anche di forma e stile. La sua abitazione-laboratorio nella suggestiva Cascina Grande di Campofiorenzo a Casatenovo, una delle più grandi in Lombardia, racconta l’intensa attività con cui Gianblu in poco tempo si è inserito con una vena propria in questo circuito, di cui rappresenta “un’attraente anomalìa”.

“Da molti anni mi occupo di ristrutturazione d’interni, spesso per clienti che ricercano un certo livello di servizi, il che mi facilita molto il contatto con ambienti che mi fanno pensare a come potrebbero riempirsi gli spazi vuoti in maniera armoniosa. Se in più aggiungiamo che ho sempre fotografato per passione, direi che gli stimoli per avventurarmi in un percorso che venisse riconosciuto e apprezzato in questo settore non mancavano. Dal presentimento di avere qualcosa di importante da poter mostrare e raccontare, dopo aver ideato la mia prima opera quasi per gioco, sperimentando quello che avrei scoperto poi essere uno dei miei materiali più congeniali che è il silicone, su incitamento della mia ex compagna Bri, ho fatto il passo decisivo. Inizialmente esponendo con due associazioni artistiche liguri, Borgo dei Pittori e Le Arti si Incontrano, e cominciando a cimentarmi in una pittura di getto e di commistione di materiali tradizionali e non”. Gianblu si mette così in gioco alla soglia dei 50 anni, convinto che non ci sia un’età prescritta per dare forma e sostanza ai propri sogni colorati, come ricorda la sua citazione ora visibile anche sul web, “Se vivi un sogno non ti sedere”. Serve naturalmente anche crederci. Per rafforzare la propria convinzione prende uno spunto prezioso dal libro La profezia di Celestino di James Redfield, un concentrato di esortazioni più o meno velate a non lasciarsi sfuggire le potenziali “occasioni della vita”. Le famose porte girevoli.

Mette quindi in campo la sua filosofia d’arte, giocando con combinazioni materiche anche insolite che raramente assecondano la bidimensionalità del supporto, usando prevalentemente le tinte scure. Di rado Gianblu si lascia sedurre dalla tentazione della tradizione: non disdegna certo la classica tela, ma preferisce scoprire le potenzialità di superfici ricercate come la carta cotone lavorata a mano. Impara a far dialogare il silicone acetico con la pittura acrilica , dalle proprietà in apparenza agli antipodi, in una soluzione di sorprendente compromesso, che ritorna spesso nel suo fare. Sempre nel limite del possibile, ricerca prodotti a basso impatto ambientale, servendosi inoltre di “ausili espressivi” ricorrenti come l’ottone e le reti metalliche. In altre parole, crea con un’autonomia di pensiero intaccabile, il suo microcosmo estroso. Forte di questo dinamismo creativo, dà corso a lavori che in molti casi si rivelano autentiche pagine visuali di un manuale, con espressi inviti a non restare indifferenti di fronte alle ingiustizie che riempiono il mondo, o ad avere maggiore riguardo verso il nostro pianeta. O ancora, riflessioni sul reale significato del complicato concetto di libertà. Il tutto con la forza dell’arte non figurativa, che ha imboccato sin da subito.

L’ominide bronzeo di Gianblu, un modello da non imitare

Una scelta, quella di sposare la causa dell’arte alla “mezza età”, che Gianblu non rinnega. “Entrato in questo ambiente, ne sono rimasto da subito stupito in positivo per la tranquillità delle persone che lo animano, felice di aver seguito l’istinto del momento che mi diceva di provarci. Per me non conta arrivare in fretta in alto: sto facendo un passo alla volta, ma sono anche conscio di aver già dimostrato molto in questi quasi quattro anni, realizzando oltre 300 opere, differenziando e sperimentando tecniche diverse. Sono consapevole di non essere il classico artista “riconoscibile”, ma credo di compensare la difficoltà di identificazione con le qualità di sperimentatore, o meglio di ricercatore. Una delle opere che simboleggiano meglio di tutte il suo assiduo impegno ad affermarsi nell’arte contemporanea è rappresentato dalla figura bronzea dell’Ominide, ideale da non imitare perché raffigurato seduto, visto che per Gianblu vale sempre l’assunto “Se vivi un sogno non ti sedere”. Tradotto, se hai un sogno nel cassetto non puoi stare troppo fermo, ma devi usare la forza di volontà per raggiungere il tuo obiettivo. Se alla vista si presenta istintivamente bello, le sue irregolarità ci mettono comunque in guardia di fronte alla validità del modello, facendoci leggere tra le righe il monito di non lasciarci deviare da preconcetti nell’analisi delle cose.

“Cambiamo visuale”, insomma, sembra dirci senza alcun fare presuntuoso l’artista nativo di Lecco. Lo sottolinea anche in un’altra installazione del 2020 che spacca cromaticamente la percezione degli ambienti, costruendo una scatola di legno alta 3,16 metri dalla tonalità rosso caldo che pare intimarci con l’unica parete rivolta al cielo completamente aperta, di uscire da quella visuale ristretta per apprezzare la realtà da un nuovo punto di vista, chissà, magari illuminante. Ispirata al concetto di “pensiero laterale” di Edward De Bono, è un chiaro consiglio a uscire dalla comfort zone per arrivare a un punto di vista nuovo sulle cose. Dopo aver alloggiato in un’area verde di interesse paesaggistico, per l’esattezza, alla Fata Verde di Agrate Brianza, Gianblu vuole darle ancora più visibilità. L’occasione d’oro è a settembre per lo Start Venice 2021 che avrà luogo a Venezia città dell’arte per due mesi da settembre a novembre, organizzata dal curatore Mario Mazzoleni (Art Events Mazzoleni) dove è anche presente nel suo portale art-shop.it. Nel 2019 il primo attacco d’arte “fuori dal coro”, lo porta ad attivare una mostra nella sua abitazione-studio dal titolo 583 giorni di me, nei locali della sua abitazione. Non ci sono tematiche, il collante è il suo linguaggio versatile che parla a tutti, anche a chi vuole divertirsi usando la mente: si vedano 9 punti rossi da trovare.

La scatola rossa aperta di Gianblu alla Fata Verde di Agrate

Al 2019 risale invece il primo punto di svolta della sua ancor breve produzione espressiva: non volendo avere l’obbligo del riconoscimento per tecnica o materiali, ma ritenendosi un libero sperimentatore e ricercatore nell’arte, aggiunge un cerchio alla sua firma, “come quando da piccoli ci si prende per mano senza nessun pregiudizio e si forma un cerchio, segno anche di infinito e perfezione, che incarna la perfezione a cui deve sempre tendere l’uomo”. Pertanto le opere di Gianblu si riconosceranno dalla firma e dal cerchio. In parallelo, i colori scuri fanno spazio a una gamma vivace e primaverile; le trame impulsive degli esordi si trasfigurano in composizioni di matrice concettuale, sfociando ad esempio in inedite sinergie coloristiche.

Le cornici di Campofiorenzo, una mano all’ambiente nel bosco

Ma il suo tatto per la sperimentazione è sempre in azione, pronto a passare da una creazione minimalista a un omaggio a Rothko. Senza trascurare le installazioni riflessive: l’ultima è quella che ha portato delle cornici, tutte di diverso colore, ad animare i boschi di Campofiorenzo di Casatenovo, per sottolineare il valore fondamentale del patrimonio vegetale, e il non dover ridursi a osservare la natura in un quadro. Ancora una volta, quindi, invita a variare l’ottica. L’intento ha fatto presa a quanto pare, con l’attivazione di laboratori per bambini per scoprire questa bella novità ideale da visitare nella stagione del risveglio floreale, allestita all’interno del Parco dei Colli Briantei, che hanno sfruttato l’idea a scopo educativo ed etico. Ora non manca l’ambizione per provare ad esporla in Brianza, all’interno di ville prestigiose, e poi chissà ancora dove. A lui interessa lasciare un messaggio buono, non lo nasconde. E alla domanda se gli pesi fare una professione come la ristrutturazione d’interni di giorno e dipingere la sera: “Sono in giro tutto il giorno per lavoro, ma quando torno a casa stanco la sera tardi, non percepisco l’arte come una perdita di energie, anzi, per me è un modo per ricaricarmi”. Una carriera tutta in divenire, insomma, quella di Gianblu, che con la forza delle idee chiare, lo sta proiettando nella dimensione che in cuor suo, forse aveva sempre sognato.

Le cornici di Gianblu nei boschi di Campofiorenzo a Casatenovo

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