Fra le attrattive trezzesi meno appariscenti, ma certamente dall’interesse storico-artistico di riguardo anche se più raccolta, all’interno di un ipotetico itinerario in Concesa figura la Villa Visconti Crivelli.
Se si è già nei pressi del Castello Visconteo, di Villa Gina o della Centrale Idroelettrica Taccani, un approfondimento lo merita senz’altro questo elegante edificio un po’ nascosto, di epoca seicentesca, cinto da un bel parco, – oggi sede della Biblioteca Comunale, dell’Archivio Storico e dei disegni della Fondazione Pino Ponti – che conserva, all’interno di tre sale, una collezione di quadri che svariano dal ‘400 all’800, appartenuti al marchese milanese Vitaliano Crivelli (1806-1873).
La sezione dedicata a queste opere, conosciuta come Quadreria Crivelli, occupa tre ambienti dell’ex villa di delizia, svelando la forte inclinazione manierista e neoclassica del suo facoltoso promotore. Una storia davvero “sui generis”, quella di Vitaliano, consigliere comunale a Milano tra il 1835 e il 1848 (dove si mette in luce per il forte impulso all’acquisizione pubblica del Museo di Scienze Naturali), esiliato dalla città dagli austriaci nello stesso tumultuoso anno con un pretesto falso.

Dopo varie vicissitudini, con il ritorno nel milanese negli anni “60, ad Unità già fatta, acquisisce dal fratello la villa trezzese, gestendola però con uno spirito diverso, guidato dal chiaro intento di costituirvi una collezione di quadri di valore ben assortiti. Per farlo Vitaliano sfrutta le conoscenze e le amicizie del settore acquisite negli ambienti meneghini più esclusivi dell’epoca, dall’Accademia di Brera al Salotto Maffei.
Questo gli permette di arrivare a mettere le mani anche su alcune opere pregevoli, come una gradiosa Madonna con Bambino di Bernardino de’ Conti, scuola leonardesca, o L’incontro di Edipo con le figlie Ismene e Antigone di Giuseppe Bossi, di sofoclea memoria. Non mancano le stampe in voga all’epoca, fra cui spiccano nomi del calibro di Rubens.
Alla sua morte la raccolta viene ceduta in eredità al figlio Ariberto, che a sua volta la passa alla famiglia Gardenghi, prima che il comune rilevi il patrimonio nel 1966. Nel 2014 la collezione viene esposta nella neonata Quadreria, finalmente aperta al pubblico. L’edificio, situato nella parte alta dell’abitato, è divenuto oggi sede della biblioteca civica Alessandro Manzoni e del consiglio comunale cittadino. Fra le sue peculiarità, il giardino che lo circonda offre una vista privilegiata sulle prime acque milanesi dell’Adda nonché sui vicini gioielli architettonici rivieraschi, la centrale liberty Taccani e il castello visconteo.
