Da Pollone, a pochi chilometri da Biella, nasce il mito De Agostini, destinato a restare nella storia della geografia italiana.
Una realtà che non ha paragoni in quanto a materiale prodotto e divulgato, fatta di studio, dedizione e amore per la scienza e per l’evoluzione dei popoli, che ha portato tre generazioni di famiglia ad impegnarsi “sulla carta”. Alla Galleria Civica di Monza, dal 20 maggio fino al 5 luglio, si può ammirare il frutto di questo impegno di 130 anni, che oggi stanno continuando con passione Giovanni jr. (1945) e la moglie giapponese Minori Morozumi De Agostini, grazie ad una suggestiva mostra organizzata dall’associazione Italgeo e la società Imago Mundi di Tokyo.
Il piccolo impero della cartografia italiana nasce grazie a Giovanni sr., che con le sue opere geografico-scientifiche è il pioniere in Italia della moderna tecnica cartografica. Con anni di studi e collaborazioni con Istituti di geografia sulle spalle, nel 1901 fonda a Roma il suo Istituto, che porta ancora oggi il suo nome, rimasto anche nella sede successiva di Novara. Nel frattempo Giovanni dai primi anni “90 dell’Ottocento ha già pubblicato atlanti, saggi etnografici, le prime carte dei laghi, stradali e ricerche. Da un punto di vista che potremmo definire artistico, il suo più grande lascito è però costituito dalle opere geopittoriche, piccole opere d’arte su carta, e dal sapore etnografico. La mostra dà ampio risalto a questo lato più artistico della produzione. Dal 1935 al 1940 nascono così Italia Viva, Bel Paese e Imago Italiae, tutte edite dalla casa editrice Italgeo. Imago Italiae, in particolare, è un concentrato di usi, costumi, bellezze storiche, artistiche, naturali, alimentari, industriali e artistiche. Una cartina pittoresca, dove lo stivale appare per davvero come il paese delle mille meraviglie, in cui ogni provincia è contrassegnata da un monumento, un costume o un tratto distintivo. Qualcosa insomma di molto originale. Ogni regione è quindi accompagnata da una descrizione generale, che evidenzia alcune delle tipicità, vedere per esempio la Strada delle Dolomiti.
E dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale le geopittoriche delle regioni vengono riviste da Federico De Agostini, che aggiorna la toponomastica, in diverse aree influenzata ancora dal periodo fascista (la Lucania diventa Basilicata, Littoria si trasforma in Latina) e revisiona i confini regionali, nel frattempo cambiati, avvalendosi per le illustrazioni della mano di un massimo esponente del campo come Vsevolode Nicouline, già “reclutato” per le geopittoriche di Giovanni. Le tre Venezie assumono così l’aspetto definitivo che osserviamo oggi, con le terre orientali cedute dal Veneto al Friuli Venezia Giulia, che a sua volta non comprende più la Dalmazia. Si apprezza in quedto modo anche l’importante evoluzione geografica subita dall’Italia nel Novecento, in parallelo al corso degli eventi storici che l’hanno modificata.
Federico si cimenta così nella creazione di carte tematiche italiane che subiscono per la loro originalità moltissimi tentativi di plagio, dalla carta gastronomica e ortofrutticola a quella dei santi e santuari d’Italia. Fino alla carta dei vini, il primo tentativo di far conoscere la grande varietà vinicola italiana, raggruppando aree regionali di produzione. L’esposizione offre poi una lente di ingrandimento interessante su una cinematografia d’ambito spedizionistico, nella fattispecie sui film documentari incentrati sulle spedizioni di Alberto Maria De Agostini, fratello di Giovanni (di 20 anni più giovane) nell’America del Sud, di cui la mostra propone i manifesti dei film Tierra del Fuego e Terre Magellaniche.
La passione scientifica di sangue nel suo caso si è coniugata perfettamente con la vocazione sacerdotale e di missionario salesiano, che lo porta in Patagonia nei primi del ‘900. In queste terre, alcune mai esplorate prima, Alberto compie una serie di spedizioni eccezionali organizzate con guide alpine reclutate in Italia, acquisendo preziose informazioni di carattere geologico, etnografico, di flora, fauna, costumi, corredate da carte geografiche e da affascinanti foto artistiche. Informazioni che vengono utilizzate, tra gli altri usi, da importanti società geografiche italiane.
L’ultimo esponente della famiglia, Giovanni jr., si fa notare di nuovo per la straordinaria eterogeneità del materiale prodotto per gli scopi più disparati, oltre che per l’implementazione di processi di produzione cartografica più semplificati. Dai lavori con incidenza lontana da noi, vedere la Carta della Luna, ai più pratici, come la serie di carte turistiche ideate per Mondadori e Panorama degli anni “70. Senza scordare gli impegni esteri per prodotti davvero particolari, si vedano le 240 tavole dell’atlante che illustra la storia dell’Islam dai tempi di Maometto ai giorni nostri. Un pozzo di informazioni geografiche su cui l’associazione comasca Italgeo è attivamente impegnata a dare una casa espositiva, che riconosca l’importanza di quanto fatto dai De Agostini per l’ambito geografico italiano.