La rinascita di Bergamo e dell’Accademia Carrara affidata al prestito prolungato de I musici di Caravaggio dal Metropolitan Museum of Art di New York, sino alla fine dell’estate.
La ripartenza del museo orobico, il 22 maggio, è insomma in grande stile, quello inconfondibile del maestro barocco, resa possibile dalla solidarietà arrivata da oltreoceano, che consente così di mantenere esposta nella sede bergamasca una piccola ma prestigiosa fetta della mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano, che ha chiuso i battenti lo scorso 17 maggio. Ad un niente in pratica dalla riapertura dei musei acconsentita dal governo.
Naturalmente era difficile, se non impossibile, immaginare di trattenere in città oltre il tempo già concesso capolavori come Tiziano, Tintoretto, Veronese, Bordon e Caravaggio, rimasti visibili poche settimane tra febbraio e marzo. Oltretutto in un clima di incertezza che regna purtroppo nel mondo della cultura, tanto quanto in numerosi altri settori in questo momento. L’eccezione de I musici ha fatto dall’altra parte piacere all’istituzione, tanto più che la tela concessa non è un’opera qualunque, ma quella in cui lo stesso Merisi vi si ritrae, facendone intuire le sembianze, tra il gruppo di musici che sono il soggetto della celeberrima opera dell’artista.
Rimane per il resto l’amarezza di non aver potuto omaggiare per più tempo la figura di un grande dell’arte moderna, che grazie alla sua esperienza formativa da parte di Tiziano, ha funto da raccordo ideale tra la pittura veneta e quella lombarda, influenzando a sua volta il celebre maestro bergamasco, e confrontandosi anche con altri nomi del suo tempo, molti dei quali esposti. Per una mostra, che ha rappresentato il primo grande evento di ricostruzione e valorizzazione del patrimonio di Simone Peterzano, e di portata internazionale.
