Il Museo Civico di Crema prolunga il tributo ad uno dei suoi principali promotori della sua istituzione, nel centenario della nascita.
La temporanea dedicata a Gianetto Biondini (1920-1981), sosta infatti in proroga fino al 12 luglio, dopo la riapertura del polo comunale a seguito dell’attivazione della fase 2 dei musei. La mostra Gianetto Biondini: l’evoluzione di un linguaggio, ripercorre così da vicino il cammino creativo che ha segnato la produzione, intima e profonda, del pittore cremasco. Evidenziando sopra tutti, forme e linee derivate dal periodo impressionista e da quello espressionista. Quindi la vena simbolista, fino ai soggetti difficilmente decifrabili della fase astratta, che ne ha caratterizzato l’ultima parentesi pittorica.
La semplicità è senz’altro il tratto che meglio riassume l’essenza delle composizioni di Biondini, attratto dai soggetti genuini, desunti per lo più dal contesto in cui vive (non rimarrà sempre a Crema, dopo aver frequentato l’Accademia Carrara di Bergamo, ma visiterà Spagna, Svizzera e Francia, arricchendo la sua conoscenza del mondo europeo), come i cascinali, le figure femminili, attrezzi contadini. Una semplicità richiamata anche dai titoli delle sue opere, spesso molto generici.
La mostra che il museo della sua città gli dedica, ad ingresso libero negli orari di apertura del sito, è quindi un modo per restituire quanto da lui fatto per la principale istituzione museale cittadina e del territorio cremasco, di cui Biondini ha curato in particolare l’allestimento della sezione folkloristica, oggi identificata con la Casa Cremasca, quella artigianale e l’artistica. Ma il suo impegno per la cultura della sua città non si è fermato qui, come attesta la partecipazione alla redazione della rivista Insula Fulcheria, progetto editoriale di riferimento del museo, oltre che l’attivazione di laboratori didattici di pittura e scultura. La mostra è organizzata nel rispetto delle prescrizioni anti-Covid.