Come unire in un luogo magico, l’incanto di una residenza d’epoca griffata dall’eleganza dello stile Art Dèco, ad un pittoresco giardino moderno, in un’oasi tranquilla e appartata del Quartiere milanese di Porta Venezia.
Villa Necchi Campiglio è un fiore variopinto inserito nel raffinato centro di Milano, merito di un’idea innovativa delle sorelle Nedda e Gigina Necchi, e di Angelo Campiglio, marito di Gigina. Sono loro negli anni “30 le menti di un progetto della borghesia lombarda colta proiettata in avanti, impreziosito da alcune singolarità che ne fanno un sito da visitare per forza se si è in zona. Il quartiere, a pochi passi dai Giardini civici Indro Montanelli, offre un ricco ventaglio di possibilità da degustare in giornata, da Palazzo Isimbardi e Palazzo Fidia a Palazzo Serbelloni, ideale per farsi inebriare i sensi, e la vista su tutti.
Ma la residenza Necchi Campiglio ha indubbiamente qualcosa di magnetico, frutto delle qualità conclamate dell’architetto illuminato Pietro Portaluppi – artefice già di un’altra apprezzata e nota casa museo milanese, la Casa Boschi-Di Stefano – qui portate all’apoteosi su commissione dell’agiata famiglia. L’edificio è articolato su due piani, la zona di rappresentanza al livello terra, e l’area notte al primo, dove non si fatica a riconoscere nell’arredo le note decorative dell’Art Dèco.
Ma il pezzo forte è indubbiamente il giardino, su cui affaccia una magnifica veranda, ed evidenziato da una fitta trama di colori ed essenze ben curate, dove splendidi viali di ortensie si alternano ad aiuole di viole e gerani, alla solennità di magnolie e platani, in un’atmosfera complessiva surreale, dove sentirsi eclissati dal caos meneghino. La piscina, mantenuta nel suo aspetto originario, è il punto esclamativo del giardino, anche se, malgrado l’invitante suggestione, può essere solo ammirata.
Dal 2001 il complesso, estraniato dal contesto milanese da alte e imponenti mura su precisa volontà degli allora proprietari, è di proprietà del FAI, che oltre a gestire le visite, cerca di mantenerne inalterato lo splendore, con un giardiniere che si occupa con passione e dedizione esclusivamente della salute e dell’aspetto della cornice naturale.
Gli interni, ulteriore perla decorativa, sono arricchiti da importanti pezzi d’arte dal ‘700 al’ 900, appartenenti alle collezioni de’ Micheli e Gian Ferrari, e della Collezione Guido Sforni. Preziosi concessioni che consentono alla villa di poter sfoggiare un’infilata di nomi internazionali d’arte moderna, da Tiepolo e Canaletto, a Sironi e De Chirico, fino a Fontana, Picasso, Modigliani e Matisse.