Banksy a gamba tesa sul caso Floyd: opera e messaggio sociale caustico

Un ritorno meno clamoroso del solito, se vogliamo definirlo così, quello di Banksy, su un argomento già da settimane sotto i riflettori di tutto il mondo.

Parliamo dell’uccisione dell’afroamericano George Floyd negli Stati Uniti da parte dell’agente Derek Chauvin, che si è inginocchiato di peso sul suo collo e la spalla per 8 minuti e mezzo, impedendogli di respirare, sotto lo sguardo impassibile dei colleghi in divisa. Così Banksy riporta il suo nome prepotentemente alla ribalta, sfruttando una delle notizie più controverse del momento, coronavirus a parte. Lo ha fatto con l’immagine su Instagram del suo ultimo lavoro, accompagnata da un messaggio in cui l’eclettico writer prende posizione netta sull’accaduto, usando parole forti e pochi giri di parole.

“All’inizio ho pensato che avrei dovuto restare in silenzio e ascoltare la gente di colore sulla questione. Ma perché dovrei? Questo non è un loro problema. È un mio problema”. Aggiunge poi ancora: “Le persone di colore stanno facendo fallire il sistema. Il sistema dei bianchi è come un tubo rotto che inonda l’appartamento delle persone che vivono al piano di sotto. Ma non è compito dei neri ripararlo”.

La conclusione del discorso a cui giunge Banksy alla fine è che se i bianchi non risolvono il problema, che è esclusivamente dei bianchi, “qualcuno dovrà andare di sopra e dare un calcio alla porta”.

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