L’effetto lucido e cristallino della polaroid non mente: è il risultato del contenuto delle fotoimpressioni di Nobuyoshi Araki (1940).
Una selezione di scatti del maestro giapponese della fotografia erotica, mescolata all’elemento socio-politico, è in visione fino al 31 agosto all’ArteA Gallery di Corso Buenos Aires, per una mostra che rimane fuori dagli schemi abituali dello spazio espositivo milanese. Trattato con abile coscienza simbolica, quello sessuale è un soggetto che da sempre caratterizza l’originale e provocante produzione di Araki. Un tema tutt’altro che fine a se stesso, che si lega direttamente alla stagnazione economica giapponese degli anni “90.
Le “donne legate” che costellano la sua opera, si rifanno ad antiche pratiche giapponesi che vanno al di là del costume pornografico del bondage. Queste figure rimandano allo Shibari, ossia l’atto di legare una persona, utilizzato fin dal XV secolo dalla polizia e dai samurai, e al Mizuhiki, l’arte di creare nodi decorativi per regali e lettere, in voga nel contesto giapponese dall’VIII secolo.
Esse si rapportano bene anche all’ideale consumistico giapponese, impregnato di ciclicità, ripetitività: da qui la perversione che pervade le foto, tecnicamente “pulite” e immobili. Per questo le sue immagini difficilmente lasciano indifferenti l’osservatore. Il mondo erotico e sessule è tra l’altro da sempre ambito di approfondimento privilegiato di Araki, ma ancor di più dalla morte della moglie Yoko, nel 1990, è diventato un mondo da esplorare e far esplorare.
Le sue serie perverse sono segnate dall’infinito ripetersi delle medesime pose sfrontate delle modelle immortalate, di cui forse colpiscono ancora di più i volti innocenti. La mostra è un invito perciò a soffermarsi su alcune di queste serie emblematiche: Mythology (2001-07), Woman in kimono (2000) e Flowers (2007).
Anche essenze inorganiche come quelle floreali possiedono infatti una relazione di senso profondo con la tematica erotica, laddove per esempio un’infiorescenza in trionfo di fioritura è un’immagine fortemente allusiva alla femminilità umana. La mostra Araki. Sentimental journey, resta in visione fino al 31 agosto.