Nuova “disavventura” corsa dalla controversa statua di Indro Montanelli ai giardini di via Palestro di Milano.
La scultura è finita ancora vittima di un “agguato”, poche settimane dopo essere stata imbrattata di rosso da un collettivo studentesco. L’azione è stata portata avanti dall’artivista Cristina Donati Meyer, che una volta compiuto il suo gesto lo ha rivendicato tramite un comunicato. “Il monumento a Indro Montanelli, così, è completo – è scritto su un foglio bianco attaccato alla base –
Non occorreva colorare la statua, era sufficiente aggiungere sulle ginocchia la bambina eritrea di 12 anni della quale abusò da soldato colonialista”. La donna ha eluso la sorveglianza, una doppia fila di agenti, deponendo il fantoccio tra le braccia del giornalista.
Gli stessi agenti sono quindi intervenuti fermando l’artista che è stata identificata, e interrompendo la performance “non violenta di disobbedienza civile”, così descritta dall’autrice del raid.
La statua continua a mietere malcontento sociale per il passato di Montanelli, legato agli effetti del caso George Floyd negli Stati Uniti.