Milano, la natura acquatica di Letizia Fornasieri all’Acquario Civico

Il mondo acquatico delle rogge e della campagna lombarda di Letizia Fornasieri, ha trovato il suo sfondo ideale e puro all’Acquario Civico di Milano.

La mostra Confluenze, aperta il 1° luglio nel palazzo storico dell’area Sempione dalle sinuose decorazioni Liberty dopo il lockdown, e visibile fino al 20 settembre, è un viaggio immersivo nella flora e nella fauna di alcuni dei contesti più rilassanti e incontaminati della pianura lombarda. Questo piccolo mondo a parte fa da contrappunto rurale e insolito rispetto alla classica visione industrialistica della regione. Scenari naturalistici che dagli anni Duemila la Fornasieri (1955) predilige nel suo repertorio di soggetti e temi. Un universo tranquillo che include ninfee, giardini, animali come oche e germani, e piante acquatiche.

Soggetti dai mille colori che hanno reclamato un lavoro di ricerca importante da parte dell’autrice, che ha scomodato anche il dottor Galasso del Museo di Storia Naturale di Milano, per l’indicazione di rogge e corsi d’acqua dove immortalare le essenze arboree cromaticamente più interessanti. Anche le vasche esterne dell’acquario antistanti all’edificio, con il brulicare di riflessi rossi dei pesci e il loro guizzare, hanno rivestito una fonte d’ispirazione essenziale per la pittrice, che proprio a Milano, dove è nata, cresciuta e si è formata artisticamente, ha iniziato a intingere il pennello, in un’epoca dove il concettuale si prendeva tutta la scena artistica, e lei, in controtendenza con i suoi contenuti figurativi, e oltretutto donna, non fu certo sostenuta dalla critica. Non per questo ha però cambiato le sue inclinazioni, e la natura non l’ha praticamente mai abbandonata.

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La sua è una pittura che mostra chiare connessioni con Cezanne, Braque e l’impressionismo, l’espressionismo e pittori francesi come Vuillard e Bonnard. Ma non mancano legami e riferimenti allo stile di Matisse, Pollock e Franz Kline. Il suo riferimento principale per eccellenza è però l’inglese William Congdon, che dalla fine degli anni “70 è venuto a vivere nella bassa milanese, un artista che di ogni quadro fa una preghiera. Il titolo confluenze è quindi un chiaro rimando alle zone di campagna in cui l’acqua viene incanalata nei caratteristici corsi d’acqua, e in cui la vegetazione cade rigogliosa ai bordi dei canali.

La mostra, aperta su prenotazione fortemente consigliata, è promossa dal Comune di Milano – Cultura, dall’Acquario e Civica Stazione Idrobiologica, a cura di Marina Mojana e rientra nel palinsesto “I talenti delle donne”. L’iniziativa dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, dedicata all’universo delle donne, ha l’intento di dare spazio per tutto il 2020, ponendosi in una dimensione di ascolto, alle capacità espressive in tutte le varie forme artistiche delle donne.

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