Fa tappa in autunno a Desio, nella deliziosa cornice di Villa Cusani Tittoni Traversi, la “crociata pacifica” di Davide Foschi alla spasmodica ricerca di un Nuovo Rinascimento del terzo millennio.
Il suo sogno di combattere con la cinquecentesca sinergia fra le arti il medioevo tecnologico in cui siamo pericolosamente precipitati, è diventato realtà quattro anni fa con la costituzione dell’associazione culturale milanese Verso un Nuovo Rinascimento. Quindi con il via di una kermesse annuale che vuole essere, oltre che la bandiera di un rinnovato spirito umanista che unisca tutte le arti, anche una vetrina per quei talenti del panorama italiano e non, che mostrino di avere un’anima rinascimentale. A differenza della passata edizione del Festival del Nuovo Rinascimento, andata in scena in forma diffusa sul territorio milanese, quella in arrivo in Brianza sarà una proposta legata esclusivamente al gioiello che è la villa di delizia piermariniana. E la scelta non è certo casuale.

“Questo Festival del Nuovo Rinascimento si sviluppa in stretta simbiosi con la rassegna culturale di Ville Aperte in Brianza – racconta il direttore artistico Davide Foschi – sarà un evento per forza segnato dal Cinquecentesimo della morte di Raffaello, che omaggeremo chiedendo ai 27 artisti invitati ad esporre, di rifarsi al maestro urbinate, nel suo modello di Rinascimento più magico e alchimistico, rispetto alla declinazione scientifica di Leonardo che abbiamo celebrato l’anno scorso. Una scelta che va in controtendenza rispetto ai passati festival è stata invece quella di non conferire nessun premio particolare, per riservare tutti gli onori alla magnifica villa desiana, che ospita fra l’altro nei suoi eleganti ambienti una graziosa cappella privata di epoca rinascimentale. La modalità di somministrazione culturale che abbiamo deciso di adottare per quest’edizione segnata dal Covid, comprende le visite guidate alla villa e alla mostra il venerdì, in fascia serale e in un’atmosfera quindi speciale, quindi in orario diurno il sabato e la domenica.
Sono visibili inoltre la personale dell’artista Roberto Venturini Il viaggio dell’anima, e al piano terra della villa, l’esposizione in forma di “duetto” artistico, diciamo così, tra le mie opere e quelle dello scultore Enzo Cosi, nello “scenografico” progetto Cosi vede Foschi. Un’installazione iniziatica metateista che abbraccia scultura e pittura, valorizzando le prospettive d’insieme. Un format “tre mostre in una” che spero il pubblico possa gradire. E nel dialogo con Cosi non farò mancare, per questo appuntamento fisso, anche la mia più famosa Madonna con Bambino. Per le prenotazioni si dovrà fare riferimento ai canali di Ville Aperte. Mentre da lunedì al giovedì sui nostri profili social si potrà gustare il menù di eventi multidisciplinari, con tutti gli ospiti invitati. Questo si ripeterà per due settimane di fila, dal 26 settembre all’11 ottobre. Ci siamo allenati con questa formula virtuale nuova da aprile di quest’anno, esponendo online le mostre dei nostri artisti”.

Le premesse per mettere in campo un festival umanista di questo calibro hanno visto protagonista il Comune di Desio, che ha collaborato con grande sintonia alla realizzazione della manifestazione culturale. “Devo ringraziare il comune per averci dato la possibilità di dare forma a questa iniziativa nella sua villa – continua Foschi – il resto lo hanno fatto Rosella Maspero, direttrice organizzativa, e i 4 preparatissimi curatori d’arte che sono Luca Siniscalco, Angela Patrono, Maria Marchese e Alisia Viola, capo-curatela dell’evento. Doverosa, aggiungo, la dedica della manifestazione a Philippe Daverio a cui sono sicuro sarebbe piaciuta la Madonna col Bambino”.
Può andare orgoglioso del progressivo successo della sua creazione che guarda con positività al passato per migliorare il presente incerto, Davide Foschi, che tra i numerosi progetti in parallelo, è noto in qualità di artista da almeno una decade anche per le rare quanto magiche esibizioni del suo “gioiello miracoloso”, una Pietà in forma pittorica che periodicamente fa apparire sul suo sfondo elementi impensabili. Da paesaggi rinascimentali a simboli sacri, tanto da essere ormai divenuta una sorta di oggetto più che di ammirazione, quasi di devozione. Un prodigio inspiegabile di cui anche l’artefice si mostra stupefatto ogni qualvolta appare un nuovo elemento. Mentre da fine ottobre, dopo il festival, aprirà il Centro Leonardo Da Vinci, un polo interculturale da lui diretto in zona Navigli, dove anche qui all’orizzonte si intravede un evento all’insegna dell’apertura: un concorso nazionale per poeti e artisti. Ma è ancora presto per i dettagli.
