Che Felice Terrabuio, affermato designer e architetto monzese dall’anima vulcanica, percorra i canali di promozione dell’arte meno battuti ma ormai sempre più in voga, non è certo una novità, ma una solida realtà che i progetti messi in atto in questi anni non fanno che avvalorare. Si pensi al Micromuseo MiMuMo di Monza, idea espositiva nata in sinergia con Luca Acquati, di natura fortemente anticonvenzionale e coerente con la velocità del tempo sfuggevole che viviamo, che supera il concetto tradizionale di museo tramutandone la forma pur senza sminuirne il contenuto. Un’operazione delicata che l’artista è riuscito a convogliare in diversi progetti inaugurati gli scorsi anni e che ora prevedono interessanti aggiornamenti in vista del 2021.
Parliamo ad esempio del valore aggiunto che Terrabuio è riuscito a conferire ad un sacello medievale sconsacrato come la chiesetta medievale a Tregasio di Triuggio nella Brianza caratese. In un luogo ideale per la contemplazione, appartato in una dimensione rurale, grazie alla sua onlus Streetartpiu fondata nel 2011, dopo la riqualificazione dell’edificio ha ridato letteralmente vita a questo ex sito di preghiera qui radicato addirittura dal XIII secolo, tramite il programma animaminima CONTEMPORANEA, portato avanti insieme al curatore Vittorio Raschetti. E sfruttando il passaggio dei raggi solari tramite il vetro che ne borda parte della struttura (anche il tetto), le installazioni di volta in volta presentate in questo spazio offrono molteplici parvenze e interpretazioni di sé allo sguardo del visitatore, a seconda dell’orario della giornata in cui le si osserva. L’ultima installazione tuttora visibile h24 sino a fine 2020, Light di Elisabetta Oneto, che ha trasformato la chiesa in un microcosmo di luce accecante, è probabilmente il paradigma perfetto della capacità di ogni installazione di cambiare aspetto in sintonia con la condizione climatica. E dopo tre anni e 15 eventi in successione, all’orizzonte s’intravede qualche integrazione.

“Di comune accordo con l’attuale amministrazione, con cui abbiamo avviato volentieri questo progetto, abbiamo previsto un ampliamento dell’offerta di arte libera nel palinsesto di animaminima – racconta Terrabuio – percui dall’anno prossimo andremo ad implementare operazioni di Land Art sfruttando le caratteristiche del territorio del paese, i tratti campestri, posizionando quindi nuove opere in modo che siano fruibili da tutti. È altra arte urbana che si somma alle operazioni nella chiesa di San Biagio che comunque continueranno, ma ci sembrava interessante apportare questa novità”. E l’arte del paesaggio è solo una delle declinazioni di arte libera che Terrabuio, i cui interventi hanno avuto anche un eco nazionale, persegue con grande convinzione.
A questo proposito, spostandoci sul filone dell’arte dei manifesti pubblicitari stradali, si è chiusa di recente la chiamata agli artisti per un programma inaugurato da Streetartpiu tre anni fa, in risposta alla grave crisi dell’arte pubblica. “Di fronte al Cinema Capitol di Monza, in via Pennati, a partire dal 21 dicembre 10 artisti che hanno risposto al nostro bando avranno l’opportunità di esibire la loro arte attraverso questo canale libero e fuori dai consueti luoghi deputati all’arte al chiuso, su un manifesto 6×3 metri. E ogni 14 giorni cambieremo l’opera in visione e daremo spazio ai 10 profili scelti, così per 140 giorni. Per far capire l’entusiasmo con cui è stata accolta questa iniziativa e di cui siamo orgogliosi, alla selezione hanno partecipato quasi 50 artisti emergenti, per circa un centinaio di proposte. E più avanti faremo anche un video per promuoverci”. Un impegno ormai consolidato che va sotto l’etichetta di Publikart, già messo in campo in passato a Monza e l’estate scorsa a Seregno, per valorizzare quelli che sembrano essere (alcuni) canali culturali del futuro.
