Pochi mesi per ridisegnare completamente con il codice della creatività più fresca e giovanile la città di Carate Brianza. È bastato uno dei momenti di confinamento forzato imposti nei nostri comuni da inizio pandemia, a Federica Berto (1996), per pensare con delle lenti nuove a come rileggere la sua realtà abitativa brianzola in una chiave inedita e coinvolgente. È un gioco dell’immaginazione non nuovo nell’era della manipolazione digitale, quello di costruire delle “città fantastiche”, e c’è chi come lei, diplomata in Illustrazione alla Scuola del Fumetto di Milano, ha saputo sfruttarlo per dare una decisa sferzata d’allegria ed energia positiva alla comunità in un periodo in cui ne abbiamo sicuramente più bisogno.
“L’idea è nata guardando un modello simile che è stato realizzato sulla città di Ravenna e approfittando della restrizione di stare entro i limiti del proprio comune, all’inizio di quest’anno. Sono stati fatti tanti progetti simili per impronta e nelle salse più disparate – racconta Federica – io l’ho riproposto in piccolo nel mio paese, soffermandomi su alcuni luoghi altamente simbolici, per cui ho chiesto preventivamente parere ai miei concittadini su che preferenze avessero. Le scelte sono cadute fra le tante altre, sulla chiesa prepositurale, con il campanile finito ostaggio di un dragone, sul parco di Villa Cusani, invaso dai fantasmi di Isabella d’Aragona e dei personaggi illustri che l’hanno abitata, mentre l’Asilo Stanga Busca è diventato un circo. E non potevano mancare un monumento identitario come la Basilica di Agliate, e i pratoni della località occupati da bimbi, come una sorta di auspicio.
In sostanza diversi punti di riferimento caratesi hanno preso le sembianze di luoghi fiabeschi o comunque irreali. Partendo dai miei scatti ho quindi manipolato le basi con dei pennelli virtuali, che è poi il tipo di modifica che prediligo, anche se su precisa richiesta, per una commessa importante, non esiterei ad abbandonare l’illustrazione digitale per prendere in mano gli arnesi”. Diversi gli intenti che un’iniziativa così piena di entusiasmo vuol portare con sé, da quello più personale al fine collettivo. Di sicuro quello che è cambiato, paradossalmente, con quello che a prima vista (ingannevole) sembrerebbe un filtro (che filtro non è), è la percezione di luoghi comuni, elevati a vere opere d’arte, dei piccoli tesori di provincia.
“Ho cercato di sfruttare le mie abilità per spronare con un tono giocoso chi ha la possibilità di animare il paese a farlo perchè si possano mettere in campo più idee e iniziative specialmente per i giovani. E per quanto mi riguarda è sempre un lavoro in più da poter mostrare nel mio portfolio. In fondo, è anche questo un modo di prendersi cura del proprio comune”. Le foto del progetto creativo di Federica, poco oltre una decina, sono state raccolte e pubblicate sul suo profilo Instagram in modo da spargere l’euforia cromatica delle immagini e magari, perchè no, farne da traccia per altre esperienze sulla falsa riga della sua. Per lei intanto la trovata ha rappresentato una piccola (meritata) ribalta locale per mettersi in luce in un mondo in cui sta muovendo i primi passi.
“Ho cercato di sfruttare le mie abilità per spronare con un tono giocoso chi ha la possibilità di animare il paese a farlo perchè si possano mettere in campo più idee e iniziative specialmente per i giovani”.
