Vedute del progresso a confronto, Tomaini ‘dibatte’ coi futuristi a Monza

Imperterrito di fronte alla necessità della sua piccola missione comunicativa, che guarda con il giusto distacco all’incessante dispersione di capacità cognitive che la dominante velocità tecnologica impone con freddezza senza arretrare, dal 21 ottobre Nicolò Tomaini (e fino all’11 novembre) porta la sua visione personalissima, disincantata e matura sulle implicazioni del mondo virtuale del XXI secolo nelle nostre vite, sulla ribalta brianzola, alle Leo Galleries di Monza. Protagonista in Via De Gradi un allestimento minimale quanto denso di riflessioni generate dai molteplici contrasti e i parallelismi tra l’arte meditativa di Tomaini e l’avanguardia per eccellenza che è il futurismo. Curata da Maurizio Scudiero, fra i massimi esperti di futurismo e direttore dell’Archivio Depero di Rovereto, la rassegna Dinamismo di un cane senza guinzaglio si presenta come un altro valido banco di prova per l’incessante apertura della proposta artistica di Tomaini a nuove frontiere territoriali. Lui che è attento osservatore del presente e dei suoi meccanismi psicosociali più perversi.

Un test che arriva dopo l’ottimo seguito riscosso dalla mostra estiva al Palazzo delle Paure, nella sua Lecco (cornice esclusiva offerta per la prima volta ad un autore così giovane) che ha misurato la forza delle idee di un illuminato del nostro tempo, che in appena un decennio ha dimostrato di non temere le controindicazioni critiche di una navigazione culturale condotta in solitaria e costantemente controcorrente rispetto al pensiero comune dinanzi all’imprescindibilità della presenza tecnologica nelle nostre vite. Il suo pensiero visuale si arricchisce nella tappa monzese di un ulteriore confronto che contamina e ci riporta ai clamori di un progresso moderato, calibrato: quello di inizio Novecento, un pezzo di cultura nostrana da ricordare, che tuttavia non oscura il modo di vedere la realtà estremamente autonomo di Tomaini, in un reciproco interscambio di valori basati sul dinamismo.

E uno degli emblemi della mostra potrebbe tranquillamente essere riassunto dal quadro Piazza+auto+caffè di Roberto Marcello Baldessari (1916), in cui converge tutto il succo più spremuto del discorso tomainiano riguardo alla percezione dei fatti da parte delle persone, che ormai vive su un piano di confine labilissimo tra dinamismo sfrenato e folle staticità, complice l’apparire della realtà alternata, a tratti concreta, altre volte in forma virtuale. La stessa prospettiva convulsa che non ci fa comprendere così facilmente se l’auto di Baldessari sia ferma o in movimento.

Accanto a queste pietre miliari futuriste non sfigurano però le constatazioni provocatorie di Tomaini sui crocifissi del nostro tempo, sempre più identificati in smartphone, tablet e similari. A sottolineare l’impoverimento generale a livello di sforzi mentali quotidiani, l’artista fa sfoggio di un ventaglio di soluzioni che spaziano dagli “impacchettamenti strappati” di Amazon, “elogio” alla superficialità invadente con cui ci si affida al mercato virtuale, alle idropitture: gli ormai celebri “caricamenti”, marchio di fabbrica seriale dell’opera dello spregiudicato artista, e i codici sorgente della serie Silicio. Il comune denominatore dei due mondi artistici è rintracciabile nella sospensione e nel medesimo dinamismo, ma, come recita bene il titolo della mostra, l’era del “tutti allo sbaraglio” in nome di un progresso tecnologico solo apparente, è rappresentata dalla mancanza del guinzaglio che invece più di un secolo fa fungeva da fonte di orientamento, da bussola, per un’evoluzione di alcuni campi del sapere che all’epoca era solo all’inizio e che nessuno poteva prevedere ci avrebbe portato ad un disorientamento sociale oggi non solo latente.

Info

Spazio espositivo Leogalleries, via De Gradi  10, Monza.

21 ottobre – 11 novembre 2021

Orari di apertura: mar-sab 10:00/13:00 – 15.00/19.00 

Nicolò Tomaini con Maurizio Scudiero
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