Mergasciad’Art, la galleria a cielo aperto nel cuore di Bovisio

Il lustro culturale che offre oggi la vetrina brianzola di Bovisio Masciago svaria dal fascino composto di gusto neoclassico della municipale Villa Erba Odescalchi, alla poliedricità stilistica che riveste con sapiente equilibrio e armonia le architetture della più che rinomata Villa Zari. L’ex impero del legno vive però, si sa, più che altro sui fasti decorativi del passato. Un’estetica datata a cui fa da contraltare in paese, da qualche anno a questa parte, un’autentica chicca contemporanea che segue il profilo dell’arte pubblica, seppur rivisitata con una chiave decisamente più rustica e delicata rispetto all’esuberanza e alla pomposità espressiva di certe opere monumentali e maggiormente in luce di questo filone.

È così che grazie agli Amici della Mergasciada (che a qualcuno rievocherà facilmente forse la più famosa osteria milanese nell’omonima cascina settecentesca di zona Villapizzone), promotori e organizzatori dell’immancabile Festa d’Aprile del paese, e in particolare alla sua anima più fervente, quella di William Ronchi, la pittoresca via Marconi si è trasformata in pochi anni in un manifesto inaspettato dell’arte a cielo aperto. La via perciò non risplende più solamente per la luce emanata dall’omaggio scultoreo al beato Padre Luigi Ronchi.





Mergasciad’Art

Sono quelle idee che hanno poco nulla di sofisticato, puntando alla loro semplicità, e nascono nella quasi totale ombra mediatica, ma a poco a poco, grazie al naturale e sorprendente contagio della bellezza, arrivano all’occhio e all’anima di molti. L’esito dell’iniziativa intitolata Mergasciad’Art è ancora in via di decifrazione, perché l’azione è in continuo aggiornamento, ma la via con le sue case d’epoca che sanno di vissuto, si è rivelata indubbiamente luogo azzeccato dove lasciarsi trasportare dai colori dell’arte contemporanea. Sono quelli dei pittori amici dell’associazione, che dai primi anni Duemila hanno accettato inizialmente l’invito a dipingere su tele in live painting durante la festa primaverile, e quasi subito direttamente su pannelli.

Oggi il corso, complice il benestare dei privati, è costellato di decine di opere che non badano alla distinzione astratto-figurato, ma sembrano giocare piuttosto tra di loro e alla grande nell’economia del colpo d’occhio generato e di cui si gode passeggiando lungo la strada, spostando appena il capo all’insù su entrambi i lati della strada. Aggiornamenti e sostituzioni in corso fanno parte della filosofia guida di un progetto con caratteri più unici che rari. Tanti giocoforza gli eventi collaterali che da allora si susseguono sulla scia dell’inedita impronta alchemica assunta dal luogo, tra mostre estemporanee come la periodica Gioia e Colore, attraverso la collaborazione anche con sodalizi della creatività del territorio, come la Scuola Giocare con l’Arte di Caronno Pertusella, i cui allievi sono stati accolti a più riprese nel magico contesto del teatro all’aperto di Bovisio. E non da ultimo, nel periodo natalizio il luogo genera un’atmosfera adatta al momento per l’installazione – anche questa alla ribalta da pochi anni – di un presepe in legno che aumenta la sacralità di questo spazio visionario che spezza la vista dell’ordinario paesaggio urbano. Uno scenario che nella varietà delle proposte “di strada” dell’arte pubblica, vi assicuriamo, in Brianza mancava.

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