Arte pubblica che scompagina la nostra visione degli spazi ordinari, e dove trovarla. Per istruzioni più dettagliate, chiedere all’eclettico architetto monzese Felice Terrabuio, che da qualche settimana ha aggiunto un accattivante capitolo alla sua effervescente ispirazione creativa, che a Monza e dintorni lo vede da anni autore di iniziative d’arte pubblica alternative. Si può dire che cambiano i progetti, ma l’obiettivo fermo di Terrabuio rimane sempre quello di sorprendere, portando l’arte formale dei contenitori museali tradizionali in palcoscenici non destinati direttamente a veicolare l’arte e i messaggi annessi. In più, come lui stesso spesso tiene a ricordare, non sarebbe poi così male provare a strappare anche un sorriso in chi s’imbatte – casualmente o meno – in queste piccole grandi opere all’aperto. Così, dopo aver contribuito ad ideare alcune chicche che rivalutano il posizionamento della Brianza nel panorama artistico contemporaneo, il MiMuMo, Anima Minima, e i pannelli stradali che sostituiscono la pubblicità tra le altre, l’ultima “boutade” dell’architetto visionario gli ha fatto ripensare all’utilità della segnaletica orizzontale.
“Mi trovavo a Monza la scorsa primavera, in una delle classiche aree deputate al carico e scarico merci. Ebbene, mi è bastato un quarto d’ora di attesa forzata per un appuntamento, per pensare a come poter reinventare lo spazio delle strisce degli stalli del parcheggio. Naturalmente mi sono domandato cosa dica il codice della strada in proposito, ma nelle risposte non ho trovato impedimenti al mio intento. Così l’idea è diventata realtà poche settimane fa, ed è nato Parking Art. L’ho applicata a Vedano al Lambro in Largo Vittime del Dovere, dove dal 2017 sorge Casa Francesco, una struttura polivalente per i servizi sociali alle persone più fragili, che fra l’altro ho contribuito ad arricchire con opere d’arte donate da artisti selezionati. Mi è quindi sembrato come minimo doveroso assicurarmi di avere il permesso prima di intraprendere un progetto artistico come quello che avevo in mente; una volta autorizzato, siccome le cose che penso per indole le devo fare, come Streetartpiu siamo partiti con la prima operazione, usando come “tela” uno degli stalli del parcheggio nella piazzetta antistante la struttura socio-assistenziale. Oltretutto verificando, posso dire che non esiste un modello paragonabile né in Europa né al mondo”.

La prima azione del nuovo programma è ricaduta su Joe Palla, volto tutt’altro che sconosciuto nelle dinamiche dell’arte monzese. Oltre che pittore nel senso più stretto, da qualche anno ha iniziato a “vendersi” come street artist, anche in location di un certo interesse sociale e mediatico. Come l’autodromo di Monza, dove la sua personale Medusa con i cavi USB al posto degli inconfondibili tentacoli del modello caravaggesco è diventata un nuovo motivo d’attrazione della mitica Parabolica, e non solo per gli amanti delle quattro ruote. In tutti i contesti d’azione i suoi motivi si fanno notare (e apprezzare) per l’uso di colori brillanti, e anche qui Joe Palla si è portato dietro questa predilezione per le tinte sgargianti, oltre che il gusto per le espressioni colloquiali e più informali.
Armato di pennelli e vernice – nessun prodotto particolare usato per allungarne la durata, ma tutto pensato per svanire lentamente con il tempo – è nato il primo manifesto di un autentico nuovo modo di comunicare, semplice e veloce, che ha già innescato l’equivoco che in cuor suo, in fondo, l’architetto sperava. “Mi è già capitato di osservare utenti dell’area posteggio indecisi sulla facoltà di utilizzare quello spazio, ma di fatto il parcheggio non perde la sua primaria funzione per l’estetica. La mia idea vuole essere solo una piccolezza che però, per quanto piccola, secondo me dà un valore aggiunto al nostro quotidiano. Il progetto che ho pensato prevede poi l’integrazione di ogni “opera stradale” con un cartello che spieghi il progetto, corredato magari da una breve frase che si allacci alla stessa, oltre ad un QR Code ulteriormente esplicativo, come va di moda oggi”.
“La mia idea vuole essere solo una piccolezza che però, per quanto piccola, secondo me dà un valore aggiunto al nostro quotidiano”
Ora, come ha abituato, Terrabuio non si pone limiti in quanto alla diffusione del nuovo programma, anche se pure l’apprezzamento farà la sua parte per deciderne le sorti. “La mia idea è parlarne con gli amministratori dei vari comuni della Brianza ed esportarla dove sarà ben accolta, selezionando di volta in volta gli artisti, concordandone la scelta, e se possibile portando il modello del Parking Art in tutti e 55 i comuni della Brianza“. L’ultimo sforzo creativo di Terrabuio attende solo voci che ne parlino per portare l’attenzione mediatica su un fenomeno come detto senza precedenti né riferimenti, e che come la Street Art si candida con pieno diritto a ridisegnare l’immagine delle città.